Cultura e Spettacoli

Opere comprate a Salisburgo Pereira finisce sulla graticola

Il ministero dei Beni culturali ha chiesto un report sulla vicenda che coinvolge il nuovo sovrintendente

Opere comprate a Salisburgo Pereira finisce sulla graticola

Signori va in scena un altro melodrammone scaligero. Di quelli tratti dal vero, creati da quel generatore di tormenti che è la Scala. Alexander Pereira, sovrintendente in pectore (effettivo dal prossimo primo ottobre), in giugno è stato scelto come successore dell'attuale Stephane Lissner. È stato chiamato poiché manager fra i più quotati sulla piazza, abile nell'ingaggiare artisti e procacciare sponsor. Ma le sue scelte sono già in discussione. Sembra sia sufficiente mettere piede nel teatro milanese per fare scattare i problemi. Non conta il nome, il curriculum professionale, non ci sono anticorpi che reggano: nessuno pare essere immune.
Il nuovo caso è finito sul tavolo del Ministero dei Beni culturali che ha chiesto al Cda scaligero una relazione sulle operazioni condotte da Pereira. E le forze di centrodestra in consiglio comunale a Milano ne chiedono a gran voce le dimissioni: sia Forza Italia tramite il capogruppo Fabrizio De Pasquale, sia la Lega che ha chiesto anche che vengano risarciti i danni d'immagine, sia Fdi-An tramite Riccardo De Corato. Ecco in sintesi la faccenda. Sui giornali austriaci, nei giorni passati, è uscita la notizia che sette spettacoli del leggendario Festival di Salisburgo sarebbero stati venduti alla Scala per 1,28 milioni di euro. Pereira al momento è ancora al timone di Salisburgo, dunque avrebbe venduto e acquistato allo stesso tempo. I maligni scrivono che il tutto sarebbe pensato per portare soldi nelle casse di Salisburgo sanando un buco di bilancio. Pereira ha fatto sapere che in realtà i sette spettacoli, da distribuire su quattro anni, sono un affare per la Scala perché li acquisterebbe a costi ridotti. Naturalmente la cosa ha fatto partire una serie di domande inquietanti. C'è stato conflitto d'interesse? Quali sono/sarebbero gli spazi di manovra di Pereira? Se acquistare da Salisburgo è un affare perché non procedere? Si tratta o meno di operazioni non trasparenti?
Ieri, il Cda della Scala ha chiesto a Pereira di dare spiegazioni. Pereira avrebbe parlato per oltre un'ora. Il sindaco Giuliano Pisapia, presidente del Cda, ha spiegato che a Pereira è stata chiesta «documentazione corretta per la relazione da mandare al Ministero. Non conosciamo ancora i dati, non possiamo dare giudizi, la cosa è molto delicata». Perché il Ministero? Al momento è ancora in vigore la legge che avoca al Ministero, e non al Cda, il diritto (o almeno l'ultima parola) di nominare la figura del sovrintendente. In questi giorni c'era chi ventilava l'ipotesi di un suo siluramento. Il Cda, invece, è cauto. Pisapia ha affermato che «alcune notizie emerse dai giornali sono vere e altre false», poi ha glissato rimandando a dopo le decisioni del Ministero.
Guido Podestà, presidente della Provincia e membro del Consiglio, entra più nel dettaglio. Ammette che i tempi stringono, «per Expo siamo in zona Cesarini, strutturare una stagione richiede azioni molto rapide». È una “assoluzione” di Pereira: «Non è in discussione, le cose che ha detto sono interessanti». Quindi Podestà mette sul piatto il problema: «Bisogna capire chi ha poteri di firma e se si tratta di contratti firmati o lettere d'intenti». Chi ha firmato i contratti da parte della Scala è stato Lissner, attuale sovrintendente. «Lissner - continua Podestà - ha fatto sapere di aver firmato contratti con i cantanti, non con le produzioni, ma si sa cosa cantano i cantanti...» chiosa alludendo al fatto che a una squadra di cantanti corrisponde un determinato allestimento. Per dire, è stato scritturato il team che ha fatto Falstaff a Salisburgo ma non necessariamente si è firmato per l'allestimento, la voce economica che più pesa sul bilancio.

O almeno questo è ciò che si è verificato formalmente, sulla sostanza bisogna attendere.

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