Ridendo (tanto) e scherzando (tanto) sono però già passati vent'anni esatti da I laureati , il primo grande successo di Leonardo Pieraccioni. E magari sarà pure per questo 2015 pieno di anniversari dalle cifre tonde - il comico fiorentino ha compiuto infatti 50 anni - che Pieraccioni ha deciso di rivedere il proprio modo di fare la commedia. Anche se alcuni numi tutelari, come Giovanni Veronesi con cui ha scritto la sceneggiatura e l'interprete Massimo Ceccherini, sono sempre gli stessi. E non deve certo trarre in inganno la trama da fiaba, proprio come il titolo Il professor Cenerentolo , del film che sta girando in questi giorni a Formia, sulla costa laziale, e che racconta la storia di Umberto (Leonardo Pieraccioni) che per evitare il fallimento della sua ditta di costruzioni tenta, insieme ad un dipendente (Massimo Ceccherini), un colpo in banca. Ma, come dice il regista, «le persone perbene i ladri non li sanno fare e così si beccano quattro anni di carcere». La prigione almeno è nella bella isola di Ventotene dove adesso Umberto è a fine pena e lavora di giorno nella biblioteca del paese. Lì conosce l'affascinante e piena di sorprese Morgana (Laura Chiatti) anche se gli incontri tra loro sono problematici visto che lui, come Cenerentola, deve rientrare ogni sera in cella entro la mezzanotte per evitare che il direttore del carcere (Flavio Insinna) gli revochi il permesso. «Mi sono regalato a 50 anni un personaggio completamente diverso, più aggressivo - spiega il regista e attore - perché ho ormai capito che le favole non esistono, il principe azzurro si è stinto in tintoria. Se negli altri miei film volevo arrivare al cuore della bella di turno ora ho obiettivi più materiali. Questa infatti non è una storia d'amore ma solo di due persone che si incontrano, si annusano, si capiscono». E, incredibile a dirsi, non ci sarà nemmeno l'happy end: «È una commedia ruvida, cattiva. Sento che è il film del mio cambiamento. Non farò più commedie sentimentali come prima, ci saranno i divorzi, i problemi con le figlie. Le parti femminili saranno meno incantate perché ora c'è un disincanto preciso, quello della vita stessa». Ecco dunque la Morgana interpretata da Laura Chiatti: «Sono anni che con Pieraccioni ci inseguiamo - racconta l'attrice che ha da poco finito le riprese di Io che amo solo te di Marco Ponti con Riccardo Scamarcio - è un regista per me perfetto perché ti sa dirigere ma non forza mai la tua natura, è sempre di buonumore e non perde mai la pazienza».
Otto le settimane di riprese previste, iniziate il 15 giugno tra Gaeta, Ventotene e una peculiare villa a Roma (la stessa mostrata nel film di Gianfranco Rosi Sacro GRA ) che la magia del cinema trasporterà in Toscana, mentre ieri i giornalisti sono stati accolti sul set acquatico del porticciolo di Formia dove si girava una sequenza con Pieraccioni e Chiatti intenti a tornare nel carcere di Ventotene su una barchetta che però finisce in panne.
Prodotto da Lotus con Rai Cinema e Levante, Il professor Cenerentolo uscirà distribuito da 01 nelle sale poco prima di Natale, il 10 dicembre. E non tanto per paura di Checco Zalone che occuperà i cinema il primo gennaio 2016: «Per fare i suoi incassi dovrei mettere la sua faccia sul mio poster. Zalone è tanto atteso perché è un talento eccezionale, un po' meno bello di me però... Scherzi a parte questa è l'uscita che prediligo, le mie commedie hanno un pubblico trasversale e quella data è perfetta. Mi sono accorto di avere anche molti spettatori ragazzini che sono una fortuna perché te li porti dietro per molti anni mentre gli ottantenni...», chiosa il regista funambolo tra il serio e il faceto. Fa parte del «serio» la questione della scelta del tema del carcere nata dopo una presentazione de I laureati in quello di Prato: «Era una di quelle proiezioni per raccogliere soldi anche per la sezione didattica cui segue dibattito e buffet. Parlavo con tutti, non sapevo se erano assessori che potevano uscire o che dovevano rimanere dentro. Allora ho pensato che potesse essere interessante l'idea di ricreare quella situazione di incertezza. Ecco dunque il mio personaggio catartico, per 20 anni ho fatto il buono e Ceccherini il cattivo, ora invertiamo i ruoli. Io poi sono un amante totale dei disgraziati che tentano i colpi, splendidamente raccontati da Monicelli con I soliti idioti , personaggi che sommano le loro disgrazie per non arrivare mai alla camera del tesoro».
Superata la mezza età Pieraccioni scherza pure sui premi che non ha mai ricevuto: «C'è chi mi ha chiesto di fare un
film d'autore. Forse si suppone che uno abbia l'ansia di dove mettere il David di Donatello. Ma io invece ho la sindrome del cabarettista che sono sempre stato, se in un film non si ride ogni sette minuti mi prende male».
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