Cultura e Spettacoli

"Ora torno alle mie origini con il pop pieno di energia"

La cantante parla di "On" cantato quasi interamente in inglese "In un brano ho creato un terzetto con Emma e Sangiorgi"

"Ora torno alle mie origini con il pop pieno di energia"

Ma quant'è cambiata Elisa negli ultimi anni: solare, grintosa estroversa. «Sono una cantautrice, non un'interprete» dice presentando il nuovo disco che senza dubbio è il suo migliore da tanti anni. Si intitola On, da domani si potrà ascoltare quasi per intero in anteprima sulla app Prima TIMmusic ed è cantato tutto in inglese tranne che per le ultime due canzoni in scaletta (Bruciare per te e Sorrido già). Com'è? Corre in equilibrio tra soul ed elettronica, tra pop e anni '80 creando una miscela che brani come Catch the light o Peter Pan rendono fino in fondo. «A me queste tredici canzoni fanno sentire on, ossia connessa e accesa, le ho praticamente registrate ballando», spiega lei guardandoti negli occhi. Però, Elisa, guai a chi dice che è «tornata» a cantare in inglese. «In effetti, a parte L'anima vola, tutti i miei dischi contengono canzoni in inglese». Stavolta è solo più «invasivo». «Era la cosa più istintiva che mi veniva di fare. Però dal 2004 la percezione è che io cantassi quasi totalmente in italiano. E il pubblico che viene ai miei concerti lo sa bene. Però, effettivamente, musicalmente mi sento di appartenere all'inglese». Nell'epoca dei duetti, in On c'è addirittura un terzetto. «Sì, in Sorrido già canto con Emma e Giuliano Sangiorgi». Come sono loro due? «Emma è una nera in varichina. Giuliano ha dei super falsetti al titanio. Insieme siamo tutti e tre delle micce alle quali piace esplodere». Con Emma si ritroverà ad Amici di Maria De Filippi. Però con Sangiorgi come è nata la collaborazione? «Diciamo che gli ho fatto una testa come un pallone (sorride - ndr). Ci sentiamo spesso, ha ascoltato i brani quando erano ancora provini e, quando mi ha detto che gli piaceva molto Sorrido già, è partita l'idea di collaborare». Nel disco collabora anche con Jack Savoretti, un autentico tesoro della musica italiana che molti scopriranno per la prima volta. «Ci siamo conosciuti grazie a Umberto Labozzetta e abbiamo suonato qualche volta. In una occasione abbiamo persino duettato in Ancora tu di Battisti. L'ho visto in qualche suo concerto e sono rimasta folgorata». Ma avete due stili completamente diversi. «In effetti per questo disco mi aveva proposto un brano, Catapult, che è un folk struggente ma non teso e vibrante. Invece questo disco è assai pieno di energia così gli ho chiesto un altro brano. Mi ha mandato Waste your time on me e io ho aggiunto una valanga di synth...». Colpisce che in On ci sia una canzone scritta quando aveva 14 anni, ossia intorno al 1992: Love me forever. «Ho tre bauli di canzoni scritte su quaderni ma mai pubblicate. E ho anche foto, tante foto». Come quelle inserite nel libretto del disco. «Sì il disco non racconta la mia vita ma le foto sì. Da quando ero ragazzina a oggi che sono madre di due figli». Love me forever sa di anni ottanta ma pure di soul vecchio stile. «A me piacciono molto quei suoni, quelli della Motown, delle Ronettes, dei dischi prodotti da Phil Spector. Il suo wall of sound è uno dei più belli che abbia mai ascoltato». E allora perché non ha pubblicato prima questo brano? «Perché non mi sembrava il momento giusto». Ora sì? «Ora mi sento più vicina alle mie origini rispetto a qualche anno fa. Più o meno come se fossi alla fine di un cerchio». Forse perché il suo contratto con la Sugar è in scadenza? «In realtà navigo a vista ma i nostri rapporti sono ottimi e siamo tutti super contenti di questo disco». Tra poco inizia il «serale» di Amici. E lei sarà di nuovo coach. «Amici è un impegno grosso e non a caso il mio tour inizierà soltanto a novembre. Ma ho accettato di rifarlo perché ho scoperto quanto sia capace di sbattermi in faccia la realtà dei nuovi cantanti. È un motore potentissimo.

E conferma anche come siano cambiati i gusti del pubblico negli ultimi tempi, molto più raffinati e meno nazionalpopolari alla vecchia maniera».

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