Cultura e Spettacoli

La pandemia ci obbliga a fare fiction in una "bolla" intelligente

Si è discusso molto di come film e serie tv si siano adattate alle restrizioni anti Covid

La pandemia ci obbliga a fare fiction in una "bolla" intelligente

Si è discusso molto di come film e serie tv si siano adattate alle restrizioni anti Covid. Grey's Anatomy, ideata da Shonda Rhimes, ci è riuscita subito e con un colpo di genio. Essendo ambientata in un ospedale, il Covid è immediatamente diventato parte della narrazione. Un colpaccio per continuare la produzione, ma difficilmente ripetibile in altri contesti. È quindi tornata di moda una soluzione che utilizzavano le serie d'antan, soprattutto le sit-com. Ovvero girare tutti gli episodi in una singola ambientazione, possibilmente isolata e dove è facile creare una «bolla». Una volta era una questione di costi, ora è una questione di gestibilità sanitaria. Tra le serie che ci intrattengono e intratterranno quest'estate, due hanno fatto questa scelta. Di una vi abbiamo già parlato, Nine Perfect Strangers con Nicole Kidman, l'altra - che deve ancora arrivare sugli schermi - è The White Lotus (nella foto). Nel primo caso tutto si svolge in un lussuoso centro benessere australiano (anche se la trama finge sia in California), nella seconda la vicenda è ambientata in un resort delle Hawaii. La cosa interessante di entrambe le ambientazioni ristrette è che si sono rivelate uno strumento per potenziare la trama, creare situazioni che possono ricordare alcuni gialli di Agatha Christie, pensate a Assassinio sull'Orient Express, in cui la claustrofobia del contesto fa da catalizzatore dello scontro fra i caratteri dei personaggi. Entrambe le serie sfruttano il contesto in modo diverso - la prima è un mistery, la seconda una dramedy - ma alla fine riescono a creare tensione proprio grazie al contrasto tra il luogo paradisiaco e le molto poco paradisiache interazioni fra i personaggi.

Dopo vagonate di effetti speciali, droni, muscolari dimostrazioni di essere capaci di fare nelle serie ciò che a Hollywood si faceva nei film, è diventato giocoforza trovare un equilibrio diverso che riesce a congiungere il tanto con poco di vecchie serie come Love Boat e l'uso degli ambienti ristretti colto alla Dogville di Lars von Trier.

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