Paolo Bonolis: "Quando è nato mio figlio, non ho saputo rinunciare alle mie esigenze"

Paolo Bonolis nel suo libro "Perchè parlavo da solo" racconta il rapporto con il primogenito Stefano per il quale ha sofferto in modo particolare a causa della lontananza

Paolo Bonolis: "Quando è nato mio figlio, non ho saputo rinunciare  alle mie esigenze"

Padre di cinque figli, Paolo Bonolis non nasconde la sofferenza provata per la lontananza forzata dal primogenito Stefano che solo qualche giorno fa si è sposato riunendo tutta la famiglia a New York.

Il conduttore Mediaset, oggi sposato con Sonia Bruganelli, ha avuto il primo figlio dalla psicologa americana Diane Zoeller, madre anche della secondogenita Martina. Il rapporto con la prima moglie, però, non è stato felice e la separazione da quest’ultima portò Bonolis a lasciare l’America per trasferirsi in Italia perdendo, così, anche il rapporto con i bambini. La lontananza da Stefano e Martina fece particolarmente soffrire il volto di Canale 5 che, nel suo libro “Perché parlavo da solo”, racconta il dolore per il distacco dai ragazzi. “Quando è nato (Stefano, ndr) non ero ancora abbastanza appagato dalla vita e non ho saputo rinunciare alle mie esigenze – ha confidato Bonolis - . Per lui ho sofferto perché l'ho visto crescere fino ai 4 anni, poi l'ho perduto, poi l'ho ricercato”.

Oggi finalmente siamo vicini. Stefano è un uomo libero, generosissimo e buono. E io sono felice che abbia accanto a sé la donna che ama”, si legge nel primo libro del conduttore che, solo qualche giorno fa, ha partecipato con tutta la famiglia al matrimonio del suo primogenito. Lui, Sonia Bruganelli e i figli Silvia, Davide e Adele sono volati a New York per assistere alle nozze di Stefano con Candice Hansen per la quale Bonolis ha espresso solo giudizi positivi.

Non sono mancati, inoltre, nel libro riferimenti al rapporto con gli altri figli.

Per ognuno di loro, il conduttore si è espresso con fiero orgoglio e ha descritto Martina come "l’espressione più pura della dedizione e della compulsività creativa", Davide come un ragazzo "dall’ironia velocissima e con un grande talento per lo sport", e Adele come una piccola donna che spicca per la sua "intelligenza vivacissima".

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