Dopo l'era Daniel Barenboim, il podio della Scala torna a un italiano. Se l'è aggiudicato Riccardo Chailly. Sarà lui il nuovo direttore musicale, in servizio dal 1 gennaio 2015. Sessant'anni, milanese, corrisponde ai parametri-Scala: conosce a fondo il repertorio italiano, ha un profilo internazionale, è ben posizionato sul mercato discografico. Nella faccenda, complicata da fughe di notizie, titubanze dell'orchestra, illazioni varie, c'è però un'anomalia tutta italiana. Ieri il futuro sovrintendente Alexander Pereira ha comunicato all'orchestra l'intenzione di nominare Chailly, decisione che si sposa con quella dell'orchestra che aveva già votato a favore (61 pro e 41 contro), concorde anche il Cda. Ma l'investitura non s'ha da fare. Finché da Roma non si chiarisce il quadro legislativo in tema di nomina del sovrintendente, l'incarico di Pereira rimane in sospeso, dunque non si può ufficializzare la nomina di Chailly.
Le questioni scaligere hanno poi una complessità tutta loro. Il nome di Chailly circolava da tempo. Nella «rosa» figuravano anche Daniele Gatti e Fabio Luisi. L'orchestra, dopo un sondaggio preliminare di quest'estate, si è concentrata su Chailly e Luisi, escludendo Gatti. Nei giorni scorsi era in testa Luisi con 41 voti favorevoli. La rimonta di Chailly si è avuta grazie alle preferenze espresse dagli chaillyani che avevano contestato l'idea di fare un sondaggio prima della riunione di ieri con Pereira, ma dato il rischio hanno ceduto ai sani principi: votando. Si è dunque ridimensionato il dato finale, con Chailly eletto da 61 orchestrali.
Chailly da otto anni guida l'orchestra più antica del mondo, quella del Gewandhaus di Lipsia.
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