"Il periodo più difficile...". La vera storia di Spielberg dietro alla lavorazione di Jurassic Park

Jurassic Park è uno dei film più noti e apprezzati nella lunga carriera da cineasta di Steven Spielberg: per il regista, però, l'esperienza non è stata sempre tutta rose e fiori

"Il periodo più difficile...". La vera storia di Spielberg dietro alla lavorazione di Jurassic Park

Mentre al cinema c'è ancora Jurassic World: il dominio, in tv torna Jurassic Park, il capolavoro di Steven Spielberg che è stato in grado di porre l'attenzione sulla possibilità scientifica di poter clonare i dinosauri. L'appuntamento con il film tratto dal romanzo di Michael Crichton è per questa sera alle 21.20 sul canale 20 Mediaset.

Jurassic Park, la trama

John Hammond (Richard Attenborough) è un miliardario estremamente fiero di quello che è riuscito ad ottenere. Sfidando le leggi della scienza e determinato ad avere ragione sugli scettici, l'uomo è riuscito a portare a termine un processo di clonazione che gli ha consentito di aprire un parco divertimenti con dei veri e propri dinosauri. Il luogo magico e atemporale si trova sull'Isla Nubur, dove Hammond decide di invitare alcune personalità importanti affinché vedano coi propri occhi come funziona Jurassic Park, convincendo la comunità ad investire ancora più denaro. Tra gli invitati ci sono il paleontologo Alan Grant (Sam Neill), la paleobotanica Ellie Sattler (Laura Dern) e il matematico Ian Malcom (Jeff Goldblum). I tre, insieme ai nipoti di Hammond, partono alla scoperta delle meraviglie del parco, realizzate grazie all'aiuto del dottor Henry Wu.

In un primo momento è proprio la meraviglia ad avere la meglio e i tre studiosi non possono fare altro che guardare ammirati il sogno di Hammond divenuto realtà. Ma ben presto le cose precipitano quando un lavoratore corrotto farà collassare il sistema di sicurezza del parco lasciando gli ospiti in balia dei dinosauri, con la speranza che l'addetto alla sicurezza Ray Arnold (Samuel L. Jackson) li aiuti a uscire dall'incubo.

La difficile lavorazione per Spielberg

Jurassic Park è un film che ha entusiasmato tutti: non sono il pubblico che, ancora oggi, non si è stancato di saltare sulla sedia quando appaiono i Raptor, ma anche gli addetti ai lavori. Un entusiasmo, questo, che ha colpito anche Hollywood al punto da acquistare i diritti del libro di Michael Crichton ancor prima che lo scrittore portasse a termine la sua opera. E forse il successo di un film come Jurassic Park è da ricercare proprio nell'amore e nella passione che sono stati utilizzati per realizzare la pellicola e portarla in sala. Sentimenti, questi, che non hanno comunque aiutato a rendere la lavorazione più facile. Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base Steven Spielberg ha descritto l'esperienze come "il periodo più difficile come regista".

Questo perché durante la lavorazione della post-produzione del film Spielberg era impegnato nella realizzazione di un'altra pietra miliare della sua filmografia, Schindler's List. All'inizio il regista avrebbe dovuto solo produrre la pellicola ambientata durante l'Olocausto; secondo IMDB, infatti, Spielberg aveva offerto il ruolo di metteur en scene a Roman Polanski. Quest'ultimo, però, rifiutò l'offerta dal momento che l'argomento era troppo vicino alla sua storia personale. Polanski, infatti, fu costretto a emigrare dalla Polonia alla tenera età di otto anni per sfuggire alle legge razziali. Trovato rifugio a Parigi, il bambino perse comunque la madre, che venne uccisa nel campo di concentramento di Auschwitz. Quando venne a sapere la storia del collega, Steven Spielberg si scusò per aver fatto l'offerta e decise dunque di dirigere lui stesso il film.

La lavorazione di Schinder's List richiese molto impegno al regista, sia dal punto di vista concreto sia da quello emozionale: il che lo spinse a supervisionare il lavoro conclusivo di Jurassic Park senza essere presente, ma tramite un link video a distanza, un po' come il moderno zoom. Sempre secondo quanto descritto dal sito dell'Internet Movie Data Base il lavoro era così stancante - psicologicamente ed emotivamente - che a un certo punto Spielberg sentì l'entusiasmo per Jurassic Park svanire.

Secondo quanto riportato gli serviva almeno un'ora al giorno per cercare di recuperare le forze e rispondere alle domande degli esperti degli effetti speciali per spiegare e/o capire come rendere i dinosauri che avrebbero poi popolato il grande schermo.

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