Cultura e Spettacoli

Piena di grazia e di forza. Così Maria curò le paure degli Apostoli

In "Full of grace" Hyatt spiega lo smarrimento dei primi cristiani dopo la Crocifissione

Piena di grazia e di forza. Così Maria curò le paure degli Apostoli

Walter Gatti

Se la Chiesa è incerta, dove può ritrovare la «retta» via? Ebbene: un film americano senza inseguimenti, sangue e sparatorie, prova a rispondere a questa domanda senza oleografie e senza troppe apologetiche sacrali. Si tratta di Full of Grace (OutDaBox, 2015) film californiano sugli ultimi giorni di vita di Maria di Nazareth presentato ieri al Meeting di Rimini in anteprima europea. E la risposta suggerisce Maria, la «piena di Grazia» è semplice: bisogna seguire chi ha aperto la via.

Il film in questione, un lungometraggio dall'impronta teatrale, fortemente incentrato sulla forza del testo e dei dialoghi, è diretto da Andrew Hyatt (giovane regista di thriller, tra cui Frozen e Last light) ed è interpretato da Noam Jenkins (già interprete di Saw, JohnQ e Studio 54) nei panni di Pietro e Bahia Haifi (californiana di origine mediorientale, già protagonista di Dmus e di The world ends without you) nei panni di Maria.

La pellicola di Hyatt prende le mosse da domande e smarrimenti dei primi cristiani, indecisi tra organizzazione ed esperienza. In una delle prime inquadrature, uno degli apostoli dice al futuro capo della Chiesa. «Pietro: il Messia non è più con noi e tu sei il nostro capo. Ora che facciamo? Dove dobbiamo andare?». Fedeli, ma incerti; uniti, ma confusi; guidati da un San Pietro privo di idee da leader: ecco insomma la vita incerta dei primissimi «nazareni».

Su tutte queste domande, che nel film vengono poste in modo chiaro e spietato (alle domande dei discepoli, lo stesso San Pietro risponde: «Non so nemmeno io dove andare, non ho risposte....»), a risaltare è il rapporto tra la Madonna e Pietro. A metà della narrazione, la madre di Gesù dice al capo degli apostoli: «Tu ti senti inadeguato e hai ragione. Ma non preoccuparti di essere il capo e di guidare gli altri: devi solo seguire, Lui ti ha già preparato la strada».

Alla proiezione riminese era presente T.J.Berden, 32enne produttore del film, che presentando il lungometraggio ha sottolineato il coinvolgimento personale di tutto lo staff nelle questioni sollevate dal film: «Quello che abbiamo fatto io, Andrew ed Eric Groth (produttore esecutivo della pellicola, ndr) è stato provare a rispondere prima di tutto per noi stessi alla domanda: cosa è successo subito dopo l'ascensione di Cristo? Come si sono comportati gli apostoli e i primi cristiani? Come hanno vissuto lo smarrimento per la scomparsa fisica della persona che loro per tre anni avevano seguito? Abbiamo quindi fatto un film che prima di tutto ha cercato rispondere alle nostre domande di uomini d'oggi che provano a chiedersi: ma come si fa a credere, sperare ed amare?».

Naturalmente la figura centrale del film è Maria, interpretata da una convincente Bahia Haifi. La Madonna di Hyatt e Berden è umile e «piena di Grazia», cioè di quella sacra fiducia verso un figlio misteriosamente divino che le permette di affrontare la morte con la serenità dei puri.

Il film risente positivamente della influenza di Terence Malick, con cui Berden ha collaborato in fase di lancio di The Tree Of Life, ma anche dell'influsso vigoroso del Mel Gibson di Passion, e di ispirazioni artistiche che ha confessato Berden vanno da Michelangelo a Pasolini, a Tarkovskij.

Negli Usa il film, che è uscito in gennaio, ha già avuto un'ottima accoglienza. Gli americani di OutDaBox lo hanno già presentato lo scorso anno al papa emerito Benedetto XVI, ottenendone un giudizio positivo.

Quando uscirà sul mercato italiano? «Speriamo di chiudere a breve un accordo con un importante distributore italiano - ha concluso Berden - in modo tale da portarlo nei cinema entro Natale».

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