La pittura elettronica di Bill Viola dialoga con i maestri del Rinascimento

Video e istallazioni a Palazzo Strozzi vicino ai capolavori antichi

La pittura elettronica di Bill Viola dialoga con i maestri del Rinascimento

Firenze - Minuto, emozionato, le mani che poggiano sul petto e poi gesticolano, leggere. «Wow», dice Bill Viola mentre incede lento tra le sale di Palazzo Strozzi a Firenze. Da domani e fino al 23 luglio occupa il museo fiorentino con il suo Rinascimento elettronico, ampia monografica con opere dagli anni '70 a oggi e confronti (riusciti) con i maestri del passato: Pontormo, Masolino da Panicale, Paolo Uccello e Lucas Cranach.

Dopo Ai Wei Wei, a Palazzo Strozzi arriva un altro artistar, ma di specie diversa. L'emozione di Viola, newyorchese, classe 1951, e di Kira Perov, moglie-assistente che firma con Arturo Galansino, direttore di Palazzo Strozzi, la curatela della mostra, è sincera. Ha il sapore di un ritorno a casa. Viola, ragazzetto del Queens, venne sull'Arno nel '74 come «tecnico» della galleria art/tapes/22 di Maria Gloria Bicocchi (a lei dobbiamo la definizione di «pittore elettronico»). Sperimentò la città per un anno: trovandosi per la prima volta davanti a Pontormo, si domandò «che cos'avesse fumato per dipingere quei rosa e quegli azzurri incredibili». Gli anni passano, Viola diventa il pioniere della videoarte e dal suo studio di Long Beach sperimenta le tecniche del mezzo. Il seme del Rinascimento matura dopo, complici i fatti della vita, gli studi e il caso (riscopre la Visitazione del Pontormo da un catalogo in una libreria in California).

È un'epifania e la vediamo messa in scena ora a Palazzo Strozzi in un suggestivo percorso che si apre con il video The Crossing, in cui un uomo è investito, mentre cammina, dal fuoco e dall'acqua. Una catarsi di 11 minuti, preambolo di un'esposizione che ha uno dei momenti più riusciti nel confronto diretto tra la Visitazione di Pontormo e The Greeting, già presentato alla Biennale di Venezia del '95, dove l'incontro fra le tre donne del dipinto rinascimentale è dilatato, rallentando i fotogrammi, a dieci minuti. E poi ancora il Cristo in pietà di Masolino da Panicale in dialogo con il video Emergence, Catherine's room, un omaggio a Caterina da Siena, accostata al dipinto tardogotico di Andrea di Bartolo. Si procede, in un percorso tra ombre e suoni, verso The Deluge, complessa video-installazione in cui un'architettura classica è invasa dall'acqua: sopra il video, l'affresco del Diluvio Universale di Paolo Uccello. Nella sala accanto, Inverted Birth, in cui un uomo pare scaturire da un flusso di sangue, acqua e latte.

«La mia è un'arte interiore: aiuta le persone a guardarsi dentro. Prenditi il tempo che ti serve», dice Viola (si è accorto, forse, della nostra commozione). Dopo la tappa nella Strozzina che presenta le prime e poco note opere fiorentine degli anni '70 su video spessi come i televisori dell'epoca, questo electro-Rinascimento si chiude con l'immagine di un uomo e di una donna anziani, nudi, che osservano il proprio corpo con una pila: ripresi al rallentatore, «cercano l'immortalità», novelli Adamo ed Eva (affianco a quelli, con foglia di fico, di Cranach). «Gli attori dei video? Non recitano un copione, sono loro stessi», spiega Kira Perov. Non è questa infatti una mostra sulle fonti storiche di un maestro contemporaneo: le opere di Viola non sono videoriproduzioni dei dipinti del Quattrocento, sarebbe banale.

Viola evoca piuttosto la potenza dell'arte antica: nei suoi video l'individuo è vivisezionato, grazie ai frame al rallentatore, in tutte le sue emozioni.

Maestro del tempo, Bill Viola lo fissa, lo dilata e ti costringe a rimanere a contemplare i suoi lavori per lunghissimi minuti.

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