Il «prof» Sergio Pautasso Signore dei libri che pubblicò Fantozzi

Luigi Mascheroni

Pautasso, Pautasso... Sergio Pautasso... Il nome dice qualcosa... Ma non a tutti, purtroppo. Forse vale la pena rinfrescare la memoria ai non addetti, e ai non addentro, le sacre cose letterarie...

Sergio Pautasso, chi era costui? Un intellettuale vero (e per una volta in senso buono). Il quale faceva tante cose, tutte molto bene. Trascorse una vita a occuparsi di letteratura. Fu poeta: nato nel 1933 a Torino, a 25 anni pubblicò la sua prima e unica raccolta di poesie, Rapporto d'amicizia, ma non aggiunse altro, forse - come notò qualcuno - «quasi che la severità del critico non volesse dare agio all'autore in versi d'emergere». Fu editor: direttore editoriale della Rizzoli - negli anni Settanta, quando, fra i tanti, frequentava quotidianamente Paolo Villaggio: insieme diedero vita, battuta dopo battuta, al primo libro, anno di abbondante ironia 1971, dell'antieroe borghese Ugo Fantozzi - e consulente per l'Einaudi. Fu storico della Letteratura: dal 1982 docente di Lingua e letteratura italiana allo Iulm di Milano, oltre che direttore della Scuola superiore per interpreti e traduttori. Fu critico, ruolo in cui regalò al nostro Novecento una serie di preziosi ritratti-guida: di Elio Vittorini (monografia con cui vinse nel 1967 il Premio Viareggio), Cesare Pavese, Mario Luzi, ma anche studi su Manzoni, Verga, Montale, Quasimodo... Fu un calciofilo puro (sul Corriere della sera firmò, tra gli altri, un sontuoso pezzo contro i barocchismi e l'inutile intellettualizzazione del linguaggio calcistico «che porta difilato al calcese») e juventino sfegatatissimo. Per lui era irrinunciabile non solo leggere la Gazzetta dello sport, ma anche scriverci. E fu infatti anche giornalista: oltre che per la «rosea», per il Corriere delle sera, per il Giornale, «collega» di Giovanni Arpino e Marcello Staglieno...

Ironico, colto, bibliofilo impenitente (nella sua casa milanese viveva tra decine di migliaia di volumi), amico di scrittori e artisti - il gruppo del Verri, Eco, Anceschi, Sanguineti, e poi Piero Manzoni, Lucio Fontana, Carlo Bo, Gianni Brera, Nicola Crocetti, Marco Nereo Rotelli, l'illustratore delle leggendarie copertine Rizzoli John Alcorn, e soprattutto Enzo Jannacci (erano come fratelli, peraltro si assomigliavano tantissimo, e una sera, a una festa, si scambiarono le personalità) - amante della Versilia... Ecco chi fu Sergio Pautasso.

Oggi, a dieci anni dalla scomparsa, Milano finalmente lo ricorda degnamente. Lo Iulm, dove insegnò a lungo, gli dedica una giornata di studi (Anni di letteratura, domani: tra i convegnisti Silvio Ramat, Edoardo Zuccato, Paolo Giovannetti). La Libreria Pontremoli - che qualche anno fa pubblicò un bel catalogo dei libri provenienti dalla sua biblioteca - da oggi a venerdì mette in mostra i volumi di Pautasso.

E la Kasa dei Libri di Andrea Kerbaker (che per desiderio del figlio Guido Andrea conserva una parte consistente del suo archivio) organizza una piccola ma curiosa mostra di Bozze e carteggi (da oggi a venerdì) con lettere e scritti di Vittorio Sereni, Giorgio Caproni, Oriana Fallaci, e via attraversando la vita letteraria del secondo Novecento. Quella che Pautasso frequentò con stile.

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