Questo festival è davvero un'utopia

Successo per il Bif&st di Bari che presenta alcuni film in anteprima

Maria Lucia Tangorra

«Questo festival è davvero un'utopia», aveva affermato, nel 2016, il cineasta Edgar Reitz riferendosi al Bif&st Bari International Film Festival. Assistendo all'edizione 2017 è palpabile come la kermesse prenda sempre più corpo. «C'è fame di cinema» ha raccontato una spettatrice. Si va dalla signora anziana mossa ad uscire di casa, preparatissima e che non vuole perdere neanche un giorno, ai giovani (tanti studenti), tutti desiderosi di partecipare e prender la parola creando anche un a tu per tu con l'artista protagonista della conferenza. In Puglia mancava una manifestazione simile e l'ideatore e direttore, Felice Laudadio, ha intuito quanto i baresi e le zone limitrofe volessero cibarsi della Settima Arte costruendo un Bif&st che fosse per tutti. Una delle colonne portanti è lo sguardo sul cinema italiano (opere prime e seconde, retrospettive sui grandi e non solo), dove la platea può recuperare film di successo della stagione o avere la fortuna di vedere, in anteprima, quelli che ancora non hanno distribuzione o di prossima uscita. Non manca lo slancio internazionale sia come titoli presentati che come ospiti (Jacques Perrin, Fanny Ardant). In un'atmosfera di condivisione per cui si riassapora il bello della visione collettiva con confronti con chi ci è accanto, entusiasta è stata la reazione del pubblico dopo Tutto quello che vuoi di F.

Bruni col giovanissimo Andrea Carpenzano e Giuliano Montaldo come co-protagonista (in Panorama Internazionale). In sala a maggio, è un incontro tra generazioni apparentemente lontane, che riesce, con sensibilità, a far sorridere e commuovere.

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