Il caos divertito (e divertente) della "Radio in comune" di Broccoli

In effetti c'è qualcosa di irresistibile in La radio in comune, il programma di Umberto Broccoli (foto) che è appena rinato per la quarta stagione su Radio1 (dal lunedì al venerdì alle 17). In teoria l'idea è quella di viaggiare tra le città raccontando il percorso con canzoni, citazioni, poesie, personaggi. Oltre all'inarrestabile Broccoli, nella compagnia di giro c'è il bravo Luca Bernardini e ci sono le inevitabili finzioni, i personaggi inventati che danno i contorni della favola a ogni puntata. Ad esempio il viaggio avviene questa volta su di un calesse trainato da Equus, cavallo nero che risponde ai comandi soltanto se gli si rivolge con il dativo Equo. E qui e là spunta un ipotetico imperatore Marco Aurelio che con accento tedesco sciorina agghiaccianti freddure oppure cita pensieri, battute, addirittura slogan pubblicitari di altri attribuendoli a se stesso. In poche parole, è un godibile caravanserraglio di racconti, letture, aneddoti, pezzi di Gran varietà (trasmissione della domenica mattina sul secondo programma Rai dal 1966 al 1979), canzoni immortali e altre molto mortali, riflessioni, effetti acustici, addirittura dialoghi con gli ascoltatori (come quando è stata citata la lamentela sull'uso eccessivo di canzoni di Franco Battiato). In pratica, La radio in comune è un viaggio nel citazionismo ipertrofico di Broccoli, che è autore del programma e qui conduttore inimitabile. A un format come questo ci vuole la sua divertita capacità di saltare da Publio Ovidio Nasone a uno sketch di Cicciolo e Cicciola che discutono sui mancati 13 al Totocalcio (grandissimi Mondaini e Vianello). Parafrasando Cioran, Broccoli appartiene «a coloro che, fra il sistema e il caos, propenderanno sempre per il caos».

Talvolta si perde l'orientamento, in questo caos. Ma questo è un gran bel modo di fare radio al pomeriggio d'estate quando la campagna elettorale obbliga (quasi) tutti a prendere boccate di leggerezza per non farsi schiacciare.

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