Quella che sabato sera ha inaugurato la stagione della Scala è stata una Traviata delle polemiche, ma anche una Traviata da record. Il primo è stato quello degli ascolti in tv, con una media di 654mila spettatori su Rai5 con uno share del 3,26 (l'ascolto di gran lunga più alto da quando viene trasmessa la «prima»). Giusto per fare un confronto, l'anno scorso hanno seguito il Lohengrin di Wagner una media di 198mila spettatori, con share del 0,98. Insomma, una piccola... rivincita di Verdi che si era visto scippare il suo teatro dal concorrente tedesco proprio alla vigilia dei festeggiamenti per il bicentenario dalla sua nascita.
Da primato per il teatro anche gli incassi in sala. E grazie ai 2 milioni e 482mila euro entrati nelle casse (circa il 6 per cento in più rispetto al botteghino del 2012) il bilancio di quest'anno dovrebbe chiudere in pareggio e consentire di pagare l'integrativo ai dipendenti. Una notizia positiva che non permette però di essere tranquilli per il 2014. «Tutti gli anni è difficile chiudere in pareggio. Quest'anno lo è stato ancora di più - ha ammesso il vicepresidente del teatro, Bruno Ermolli - e anche il 2014 si presenta impegnativo». Proprio di questi temi si parlerà nel consiglio di amministrazione di domani, che arriva in un momento di grandi cambiamenti. Il sovrintendente Stéphane Lissner se ne andrà a fine stagione dopo nove anni milanesi. E alla fine del 2014 - dopo aver aperto la prossima stagione con il Fidelio di Beethoven - anche il direttore musicale Daniel Barenboim lascerà. La successione è già stata decisa. L'austriaco Alexander Pereira, che prenderà il posto di Lissner, lavora ora come consulente tecnico. Ma restano ancora gravi dubbi burocratici. Primo fra tutti la norma della legge Valore cultura che da inizio 2015 affiderà al ministro dei beni culturali, e non più al cda, il compito di nominare il sovrintendente.
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