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Ritorno al Futuro Day: oggi Marty McFly sbarca nel 2015 e i fan festeggiano

L'attesa è stata lunga ma finalmente è terminata: è proprio oggi il giorno in cui Marty McFly e Emmett “Doc” Brown sbarcano nel 2015 nella seconda pellicola della trilogia di "Ritorno al Futuro". Per celebrare l'avvenimento, tanti eventi in giro per il mondo in cui si tirano anche le somme sulla tecnologia visionaria, allora solo immaginata e ora in alcuni casi realtà, che ha reso grande il film

Ritorno al Futuro Day: oggi Marty McFly sbarca nel 2015 e i fan festeggiano

Mercoledì 21 ottobre 2015: è proprio oggi la data che tutti i fan di "Ritorno al Futuro" stavano aspettando. Oggi, infatti, è il "Ritorno al Futuro Day": il giorno in cui il giovane Marty McFly e lo scienziato Emmett “Doc” Brown approdano nel futuro a bordo della DeLorean, automobile diventata di culto.

Era il 1989 quando Robert Zemeckis, con il supporto della Industrial Light & Magic di George Lucas, dava il via alle riprese del secondo capitolo della trilogia, girato in parallelo al terzo film ambientato nel Far West: per Michael J. Fox, il giovane Marty, e Christopher Lloyd, lo strampalato ma geniale Doc, quel 21 ottobre segna l’inizio della paradossale avventura a spasso tra tavole volanti, scarpe auto allaccianti e videofonini. Da allora tecnologia, scienza e cinematografia hanno attinto alla visione sopra le righe del futuro dell’episodio numero due che, col senno di poi, ci aveva visto lungo; niente a che vedere, ovviamente all’assenza di strade che, nella pellicola, sono ormai obsolete per le automobili ma che invece anche ora rappresentano il mezzo necessario per sfrecciare in auto, possibilmente non ai famosi 88 miglia all’ora (141 km/h) se non ci si tiene a vedersi ritirare la patente.

Se occhiali che si servono della realtà aumentata e tablet sono entrati a far parte della quotidianità, più i secondi dei primi visti i prezzi ancora proibitivi dei Google Glass, per "Lo Squalo 19" invece non c’è stato niente da fare: la saga di Jaws si è infatti fermata dopo il quarto episodio e innumerevoli tentativi di imitazione con alterne fortune. Niente hoverboard, le tavole che ricordano gli skateboard rimanendo sospesi a mezz’aria: per fare uno scherzo, Zemeckis affermò in un’intervista che il futuristico mezzo di trasporto utilizzato da Marty non era altro che un prototipo Mattel lasciato fuori dalla produzione a causa delle associazioni di genitori che l’avrebbero ritenuto troppo pericoloso. Inutile dire che, in poco tempo, i centralini dell’azienda furono presi d’assalto dalle telefonate di persone pronte ad acquistarlo, denaro alla mano.

Delle Nike in grado di allacciarsi da sole e della Pepsi Cola Perfect si è già parlato in abbondanza: le scarpe da ginnastica, create in pochi esemplari e seppur fedeli non in grado di comportarsi esattamente come quelle immortalate nella pellicola, sono state vendute all’asta e i ricavati sono andati in favore della fondazione che si dedica alla lotta al Parkinson creata da Michael J. Fox, affetto da anni dalla malattia; per la bevanda, invece, potrebbe esserci una piacevole sorpresa: l’azienda è pronta a lanciare poco più di 6000 esemplari della famosa bottiglietta che, come immaginabile, potrebbe diventare immediatamente un oggetto di culto dei fanatici.

E dire che il film non era stato pensato per uscire in tre differenti episodi ma in un unico film, intitolato nella versione originale Paradox; una fortuna per i produttori e una gioia in più per i fan che oggi si radunano per rivedere insieme "Back to the Future - Part II" in tantissimi cinema sparsi per il mondo.

Occhi aperti dunque, oggi; incontrare un ragazzo in giubbotto arancione, cappellino, jeans e una copia del Grande Almanacco con tutti i risultati sportivi dal 1955 al 2000 potrebbe voler dire una sola cosa: grande Giove, il viaggio nel futuro ha funzionato davvero.

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