Cultura e Spettacoli

Sanremo 2020, la Rai a rischio boicottaggio

A sette mesi dal Festival, la direzione di Rai1 non si è ancora sbilanciata su direzione artistica, regolamento e conduttori: in attesa delle nomine, i discografici protestano

Sanremo 2020, la Rai a rischio boicottaggio

Sanremo 2020 sarà un’edizione speciale ma a sette mesi dal Festival, regna una grande incertezza sulla kermesse più amata dagli italiani. “Il prossimo sarà il 70esimo Festival di Sanremo – ha spiegato l’ad Rai Fabrizio Salini in merito – quindi stiamo valutando una serie di ipotesi. Dopo la presentazione dei palinsesti ci metteremo al lavoro con la direttrice di rete. Inizieremo dalla prossima settimana”.

Ad oggi, si sa soltanto che Sanremo Giovani si terrà il 17 dicembre, potrebbe non andare in onda su Rai1 ma su RaiPlay e segna il ritorno all’unica serata come un tempo, con l’eliminazione di Sanremo Young, conseguenza dell’esclusione di Antonella Clerici dai palinsesti Rai della prossima stagione. Invece su direzione artistica, regolamento e conduttori, tutto tace. Le uniche voci sono su Amadeus alla guida e Lucio Presta come direttore artistico. Per il resto, silenzio assordante.

Navighiamo al buio – ha dichiarato Sergio Cerruti, presidente di AFI, l’Associazione Fonografici Italiani a Libero –, non sappiamo ancora nulla. È tutto fermo in attesa delle nomine Rai e alla fine saremo costretti a fare tutto di fretta”.

Sanremo 2020 va a rilento, i discografici protestano

A preoccupare le associazioni di categoria è in realtà la sorte di Gulp Music (condotto da Shade) e Top Music (affidato a Federica Carta), gli unici due programmi musicali del servizio pubblico che non sono stati riconfermati per la prossima stagione. Nel 2019-2020, vedremo soltanto Una vita da cantare (tre puntate nel corso delle quali Enrico Ruggeri ripercorrerà l’Italia dei cantautori da Napoli a Milano passando per Genova, Bologna, Firenze e Roma) e il Festival di Castrocaro, in onda martedì 3 settembre alle 21.20 su Rai2 con il debutto alla conduzione di Belen Rodriguez e Stefano De Martino e la partecipazione di Simona Ventura come presidente di giuria.

Per il resto, la musica sparisce dalle tv generaliste e tutto ciò impensierisce le associazioni di categoria. “Lo considero un tradimento della missione della tv di Stato – commenta Cerruti –, che è quella di supportare la cultura. Non entro nelle scelte editoriali, ma da quei due programmi sono venuti fuori bei nomi, non è una cantina ma una cucina dove si preparano piatti prelibati. Voglio fare un’istanza alla Rai perché vengano ridate due trasmissioni in cambio di quelle chiuse, bisogna garantire degli spazi promozionali per i giovani”. Cerruti lamenta anche il ridimensionamento di una manifestazione storica come Musicultura, il Festival della Canzone Popolare e d’Autore, sparito dal palinsesto di Rai3.

C’è quindi da scongiurare un eventuale boicottaggio da parte del FIMI (la Federazione Industria Musicale Italiana), come già accaduto nel 2004, quando la Rai “zittì” le proteste dei discografici aumentando i rimborsi agli artisti.

Dopo cinque edizioni in crescita – dice intanto Alberto Biancheri, il sindaco di Sanremo, al sito Sanremonewsla Rai sta facendo delle scelte molto prudenti ma non in sintonia con lo spirito della nostra città. E questo è da considerare un forte retromarcia della Rai.

Attendo l’ufficialità ma non sono molto contento, anche perché Sanremo ha dato tanto alla Rai e in questa fase da Roma non sta tornando quanto l’ente di Stato ha ricevuto”.

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