Alla Scala in mostra lo «stile» di Leyla Gencer

Nel Ridotto dei palchi del Teatro alla Scala una mostra fotografica (aperta fino al 16 settembre) curata da Pier Luigi Pizzi con Franca Cella ricorda il decennale della morte di Leyla Gencer, il famoso soprano turco che alla Scala fu di casa. Pizzi ha voluto lasciare in primo piano l'Artista: non foto biografiche, ma immagini sulla scena scaligera, dove il celebre soprano indossò l'abito monacale nella storica prima assoluta dei Dialoghi delle Carmelitane di Poulenc, il saio bianco della sacerdotessa Norma, i regali panni di Elisabetta di Valois nel Don Carlo. Tanti personaggi, da Alceste ad Aida, da Elettra (Idomeneo) alla Duchessa Elena (Vespri Siciliani), in cui si manifestava il suo «stile». Dal portamento, dai gesti delle mani, dalle espressioni del volto quasi si sente il temperamento della sua voce, che scavava sempre nella sofferenza delle donne. Pizzi lo ha riassunto con una serie di attributi: «eleganza», «classe», «cultura». Leyla Gencer arrivava alle prove sapendo a fondo il suo personaggio e accettando i suggerimenti - quando erano fondati sulla reciproca conoscenza del testo. La «franchezza» dei giudizi taglienti era compensata «dall'intelligenza» e dall'«ironia» irresistibile. Nella passione divorante per il proprio lavoro coltivò un senso dell'amicizia speciale, che trasformava in generosa «complicità».

Lo testimoniano i legami di tutta una vita con Lorenzo Arruga, Riccardo Bacchelli, Dino Ciani, Giorgio De Lullo, Paolo Grassi, Gianandrea Gavazzeni, Riccardo Muti, Romolo Valli e con i curatori della mostra, Pizzi e Franca Cella.

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