Se la Scala celebra Riccardo Muti

Nell'autunno passato un comunicato del Teatro alla Scala richiamava gli organi di stampa a non ricamare su un eventuale ritorno del maestro Riccardo Muti alla Scala, per «evitare di nuocere alla serenità della trattativa». Una smentita che alimentava quanto in superficie stigmatizzava. Un classico, nulla di sorprendente. Nella stessa nota informativa si aggiungeva, sempre per non alimentare voci di corridoio, di una lettera che l'Orchestra della Scala aveva inviato al maestro auspicando un suo prossimo ritorno, missiva «condivisa dalla grande maggioranza dei professori d'orchestra». Forse una non sottolineatura della mancata unanimità sarebbe stata opportuna, visto quanto successo nei giorni tumultuosi in cui Muti fu costretto a lasciare la Scala da una votazione che ebbe solo un briciolo di voti contrari. Tutto questo brainstorming pare non abbia nuociuto alle «trattative» intercorse, visto l'annuncio dato nei giorni scorsi che il 75º compleanno di Muti sarà celebrato da una serata alla Scala, il 5 giugno, e da una mostra curata da Lorenzo Arruga. Strani tempi! Sia ben chiaro: nulla da eccepire sull'iniziativa quanto mai meritata dal festeggiato i cui vent'anni di lavoro scaligero non devono essere dimenticati.

Si ricorda altresì che dopo ogni deposizione del direttore musicale, alla Scala è calata la damnatio memoriae - un silenzio interessato che circondava quanto fatto dai predecessori, pure dagli scomparsi. Ora invece assistiamo a una celebrazione in vita: vacuum protestatem o dimostrazione che tempi e uomini sono maturati? Il dubbio c'è.

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