Pier Francesco Borgia
Roma Tra un omaggio a Robert Capa e un affettuoso rimando a Forrest Gump, la seconda volta di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, dietro la cinepresa ci porta indietro nel tempo. Ben più lontano degli anni bui della Sicilia quando cadevano sotto i colpi della mafia i vari Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa e Rocco Chinnici, raccontati con inedita freschezza e intelligenza in La mafia uccide solo d'estate (2013). In guerra per amore, presentato ieri sera come «anteprima» dell'undicesima edizione della Festa del cinema di Roma, ci porta addirittura indietro fino allo sbarco degli Alleati nell'estate del '43.
Come nel suo primo film, anche in questa seconda pellicola la trama principale (storia d'amore con il prevedibile intreccio di un fidanzamento contrastato dalla famiglia di lei) serve a rendere ancor più efficace la lenta ma progressiva presa di coscienza di una realtà (i rapporti tutt'altro che cristallini tra i vertici dell'esercito americano e quelli di Cosa Nostra) che rischia di marchiare la terra siciliana con un «peccato originale» indelebile.
L'unico modo che viene lasciato al povero Arturo (Pif) perché la sua innamorata eviti di sposare il figlio di un mafioso italo-americano è quello di tornare in Sicilia per chiedere la mano di lei, Flora (Miriam Leone), al padre.
Così il povero Arturo si arruola e, visto che capisce bene il dialetto, viene utilizzato soprattutto come interprete. L'amore, però, lo rende cieco. Almeno all'inizio. Ha un solo obiettivo: trovare il padre di Flora. E quindi gli accordi tra ufficiali e mafiosi, i soprusi e le assurdità di uno sbarco quasi «indolore», non riesce a comprenderli. Quasi non si accorge di niente, stordito dai profumi e dai colori della sua terra d'origine.
Diliberto sceglie un registro da commedia amara, forse troppo didascalica in alcuni passaggi, ma con dialoghi e situazioni convincenti.
La scoperta del Rapporto Scotten, come spiega lo stesso regista, ha poi dato una notevole sterzata al lavoro di sceneggiatura. Desecretata da pochi anni, la relazione dell'ufficiale americano non nasconde i timori sugli effetti che i patti stesi dagli anglo-americani avrebbero col tempo portato in terra siciliana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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