Spettacoli

Per il cinefilo incallito, parlare dei Cahiers du cinéma è come sconfinare in un tema religioso. Il mensile francese di critica cinematografica è, ancora oggi, letto e rispettato con lo stesso ossequio che si deve, fatte le debite proporzioni, ad un testo di ispirazione divina. Lì c’è la verità, punto. Del resto, quali pubblicazioni hanno contraddistinto e cambiato la storia del grande schermo come la rivista creata, nel 1951, da André Bazin, Jacques Doniol-Valcroze, Joseph Marie Lo Duca e Léonide Keigel, padri fondatori di un nuovo modo di raccontare il cinema? Qui c’è passata gente come Chabrol, Godard, Truffaut, Rohmer, Rivette, tanto per volare alto, che del Cahiers hanno fatto il manifesto di quella Nouvelle Vague (fin dall’articolo di Truffaut «Su una certa tendenza del cinema francese») capace, da una parte, di destabilizzare una sorta di idealismo moralizzante che imperava, su grande schermo, alla fine degli Anni Cinquanta e, dall’altra, riversare, nei film, la realtà quotidiana e, in particolare, il nuovo modo di vivere e pensare che contraddistingueva le nuove generazioni. Bastava leggere una loro recensione per capire che si andava ben al di là del giudizio sul film sconfinando in un disegno sempre meno teorico del cinema che sarebbe nato, di lì a poco. Non a caso, il New York Times ha appiccicato una medaglia significativa al mensile: «I Cahiers du cinéma rimangono la rivista di gran lunga più autorevole della storia del cinema».
Oltre che al mensile, Cahiers pubblica anche libri cinematografici con un catalogo che ha superato i 400 titoli. Ora, come battesimo dopo la recente acquisizione da parte dell’inglese Phaidon, Cahiers du cinéma propone, per la prima volta, una serie di volumi in lingua italiana (oltre che inglese e spagnola); libri che hanno come comun denominatore i Maestri del cinema. E’ questo, infatti, il titolo della collana che, al momento, consta di dieci monografie riguardanti altrettanti registi di fama mondiale che, come il mensile, hanno riscritto il modo di far cinema. Ogni libro si caratterizza fondamentalmente per la qualità dei saggi che accompagnano le tappe più significative di ogni autore; non mancano immagini (molte e talvolta quasi rare), filmografia, trame, interviste.

Da Tim Burton a Woody Allen, da Pedro Almodóvar a Francis Ford Coppola, passando per Clint Eastwood, Alfred Hitchcock (tanto caro ai fondatori), Stanley Kubrick, David Lynch, Martin Scorsese e Steven Spielberg, vi troverete tra le mani, ad un prezzo accessibile (euro 7,95), opere adatte anche a chi esperto cinefilo non è.

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