Come ti «cucino» il Presidente degli Stati Uniti

Da George Washington a Barack Obama arrivano i film biografici sui leader americani

Come ti «cucino» il Presidente degli Stati Uniti

Tendenza Presidente. E s'allontana l'epoca in cui scandalizzava che alla Casa Bianca potesse installarsi un attore come Ronald Reagan, 40esimo presidente degli Stati Uniti dal 1981 al 1989. Nel frattempo, infatti, i capi di Stato americani sono diventati abili performer d'una comunicazione globale che non distingue tra politica e intrattenimento, realtà e spettacolo, in un mix di carisma personale e seduzione delle masse abbastanza ghiotto per il grande schermo. A guardare l'ultimo show di Barack Obama davanti alla platea dei corrispondenti, con lui che si prende in giro, fa battute sul principino George in vestaglia («è stata una chiara rottura del protocollo») e gigioneggia piacione tra le risate dei giornalisti, si capisce perché adesso, mentre finisce il suo mandato, il cinema gli dedichi due biopic. L'atteggiamento jazz con cui Barack si muove e cammina, dondolando le gambe lunghe con noncuranza, è la prima cosa che si nota in Southside With You, film drammatico di Richard Tanne, dove il futuro presidente, il somigliante Parker Sawyers, fa la corte alla futura first-lady Michelle, nata Robinson, passeggiando per Chicago. In questo ritratto romantico d'un tipico matrimonio americano (i due si sposeranno nel 1992), il «Kennedy nero» è un avvocato alle prime armi e lavora in uno studio legale guidato da Michelle, boss cordiale come nella vita vera. I due si piacciono e, scarpinando per Chicago sud al primo appuntamento, riescono a darsi un bacio sul luogo del primo apostrofo rosa tra le parole t'amo, nel 2012 è stata apposta una targa commemorativa e a infilarsi in un cinema, a vedere Fa' la cosa giusta di Spike Lee (è andata proprio così). Gente giovane e carismatica che chiacchiera mangiando gelato: saranno famosi e Tika Sumpter, che interpreta Michelle, è sosia perfetta. Al Sundance Festival a gennaio pubblico e critica hanno gradito la «rom-com», che approda nella sale americane ad agosto.

Poi c'è l'altro pezzo di vita obamiana, e tocca al film indipendente Barry di Vikram Gandhi - il vero nome di Obama, un po' bianco, un po' nero, cresciuto tra le Hawaii e l'Indonesia, è Barry Soetoro -, descrivere gli anni newyorchesi del leader, interpretato da Devon Terrell, emerso in 12 anni schiavo. Quando Barack, nei primi anni Ottanta di college, frequentava la Columbia University, interessandosi di politica e provandoci con una ragazza carina della Grande Mela, qui Anya Taylor Joy. Siamo, dunque, all'agiografia, con la vita di Barack divisa in due parti, come si fa con i santi. Aspettiamoci qualcosa di meno dolciastro da Martin Scorsese, che, subentrato nel progetto a Darren Aronofsky, prepara un epico biopic su George Washington, intitolato The General. La sceneggiatura, di Adam Cooper e Bill Collage, si basa sul periodo della Guerra d'Indipendenza americana, quando il veterano della Virginia e futuro primo presidente Usa ebbe il compito di mettere in salvo le truppe in difficoltà, difendendole dai mercenari. 217 anni dopo la sua morte, Hollywood mette il venerato George su un piedistallo, considerando il successo del musical sui Padri Fondatori Hamilton, a Broadway. Ma c'è un altro film in preparazione su George Washington: si tratta di The Virginian, interpretato da Bradley Cooper.

Fra i progetti andati in porto, riguardo alle vite presidenziali più scintillanti, ce n'è uno abortito, dopo le critiche della famiglia Reagan. Il fatto è che lo sceneggiatore Mike Rosolio, a dispetto del nome, aveva scritto per il 48enne Will Ferrell Reagan, un film considerato acido sull'ex-presidente, ritratto nel 1985, quando l'allora 74enne leader cominciava a mostrare i primi segni di demenza. Alzheimer e demenza senile non sono temi da affrontare a cuor leggero, così la figlia di Reagan, Patty Davis, si è offesa. In particolare, per una scena in cui un'assistente di nome Libby viene scambiata per la Libia.

«Basta Libia!», dichiara Reagan e i capi dell'esercito si preparano a bombardare «Non c'è nulla di divertente nell'Alzheimer. Questo film è crudele non soltanto con mio padre, ma anche con i 5 milioni di americani che vivono tale disagio», ha detto la Davis, stoppando il film. Dementi o esilaranti, presidenti al centro della scena.

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