Torna l'horror E «La foresta di ghiaccio» convince tutti

Brividi horror sul red carpet. All'ottavo giorno, un festival finora incerto punta, senza esitare, sul cinema di genere. E manda in competizione il terzo film italiano, La foresta di ghiaccio di Claudio Noce, regista e sceneggiatore classe 1975, insieme al thriller americano di Brad Anderson, Stonehearst Asylum , dal racconto di Edgar Allan Poe Il sistema del Dr. Catrame e del prof. Piuma .

Paura e sgomento a volontà, dunque, nell'opera seconda di Noce, che nel 2009 si segnalò con Good Morning Aman e che ora racconta l'apparente normalità d'un paese alpino. Dove il tecnico specializzato Pietro (Domenico Diele) piomba in una valle innevata per riparare un guasto alla centrale elettrica, in alta quota. Una strana sparizione lo porterà a scontrarsi con i fratelli Lorenzo (Adriano Giannini) e Secondo (Emir Kusturica), che vivono e lavorano nella zona. Ma la valle custodisce segreti ineffabili e le dinamiche esplodono, mentre nessuno risulta esente dal sospetto, neanche la bella Lana (Ksenya Rappoport), zoologa esperta di orsi. Inizia così un gioco al massacro, dove tutti sono carnefici, sullo sfondo d'un traffico di clandestini, tra Italia e Slovenia. «Da noi l'horror è un genere poco battuto, ma è quello di maggior fruibilità. Durante le riprese, ho dovuto aspettare Kusturica, che si era ammalato e ho avuto una gran serie di difficoltà. Perciò il mio film è frutto d'una sana follia», spiega Noce, che ringrazia i suoi genitori per aver creduto in lui.

Più «gotico» , l'horror fantastico di Anderson, noto per aver diretto i piccoli cult Session 9 e L'uomo senza sonno e alcuni episodi di Boardwalk Empire , ha convinto meno. Ambientato in Bulgaria, con un cast di livello (Kate Beckinsale, Jim Sturgess, Michael Caine e Ben Kingsley), il film si svolge nel 1889. Quando il neo-laureato in medicina Edward Newgate (Jim Sturgess) va a lavorare come tirocinante al manicomio di lusso Stonehearst Asylum, restando folgorato dai metodi del dottor Lamb (Ben Kingsley), del quale carpirà i segreti del mestiere.

Ma come resistere alle grazie della paziente isterica (Kate Beckinsale),che ha cavato un occhio al marito? I veri matti, però, sono i dottori, sadici e senza cuore. Un altro manifesto di medicina vittoriana, dopo The Knick di Soderbergh, plana sull'Auditorium, in debito di emozioni. «La pazzia mi affascina: ha un potenziale narrativo», dice Anderson, che ama i manicomi.

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