Cultura e Spettacoli

Tragica Littizzetto: non fa più ridere nemmeno con i libri

Tragica Littizzetto: non fa più ridere nemmeno con i libri

Niente di più tragico di un comico che non fa ridere, soprattutto se si mette a scrivere, perché sulla carta non puoi mascherare la banalità con il modo di parlare o le espressioni facciali. Tipo Luciana Littizzetto. Non fa più ridere da tempo in televisione, ma sulla carta forse fa ridere per il suo strenuo tentativo di strappare una risata, ti viene quasi da provare tenerezza.

L'ultimo suo libro appena uscito si intitola Ogni cosa è fulminata (Mondadori), dove l'argomento sono i problemi con le piccole cose quotidiane, che però genera solo freddure trite e ritrite. Luciana chiama il tecnico della lavastoviglie e insegna come riconoscere il tecnico bravo: «se quando si china si vede l'attaccatura delle chiappe che esce dal pantalone quello è indice del tecnico bravo». Dovrebbe far ridere. Il tecnico cambia la scheda madre e Luciana si chiede «Ma la scheda padre non c'è?». Non ridete?

Ma aspettate, perché Luciana in casa ha problemi con tutto. Come con il ticchettio della sveglia: «la sveglia si chiama sveglia perché sveglia. Ok. Ma se la sveglia fa TICTACTICTAC in continuazione viene a mancare proprio la sua ragione di esistere». Ma quando l'ha scritto questo libro? Negli anni Sessanta? Usa la sveglia della sua bisnonna? Una sveglia digitale o lo smartphone no? Però dovete ridere.

Come dovreste ridere sulle osservazioni riguardo le padelle, perché «la metà delle padelle ha il manico che pesa più della padella. In cucina avevo sette padelle. Me ne rimangono cinque perché due si sono buttate da sole nel gas». Ah ah ah. Vabbè. Però poi ci sono le pagine sul domopak, dove non si trova mai il bandolo, e anche quelle degli apribottiglie, sentite che riflessioni da sganasciarsi: «Perché esistono gli apribottiglie senza alette? Se mi spiegate il perché giuro che vi pago». Ma cosa te ne frega, comprane uno con le alette e non rompere. In ogni caso dovreste ridere anche qui. Come anche sulla difficoltà di infilare il copripiumone («è una delle operazioni più difficili che la razza umana debba affrontare ed è il vero motivo per cui la Natura ci ha dato il pollice opponibile», da piegarsi in due dalle risate), sulla difficoltà di aprire il tonno in scatola perché l'anellino alla Littizzetto resta sempre in mano, sulla difficoltà di spazzare «perché la cosa pazzesca è che rimane sempre il righino di porcheria», o sugli asciugamani che non asciugano, perché «adesso devi fare 780 lavaggi prima che comincino a fare il loro dovere, allora non chiamiamolo asciugamano, chiamiamolo asciugameno». Se non ridete ancora pensate però a quanto sono comici questi tentativi di essere comici.

Ma la cosa inquietante è quando scrive «vedrei con favore un partito che si occupasse delle cose quotidiane, che promettesse di risolvere minuzie che intossicano giorno dopo giorno il nostro tran tran abituale».

No, per carità, almeno qui fatela contenta e ridete, lei scherza ma di questi tempi non si sa mai, ci manca solo il partito della Littizzetto.

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