La vita segreta (e l'illusione brigatista) di Crocifisso Dentello

La vita segreta (e l'illusione brigatista) di Crocifisso Dentello

Inizia l'ultimo giorno di vita di lei, finisce con l'inizio di una nuova consapevolezza di lui. Così, con una perfetta narrazione circolare, in senso antiorario e seguendo il flusso dei ricordi, scorre La vita sconosciuta di Crocifisso Dentello, scrittore esaltato dalla critica all'epoca del debutto letterario nel 2015 (Finché dura la colpa, per Gaffi), e oggi al suo secondo romanzo, per La nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi. Una che editorialmente si diverte - pur non scherzando mai - a rischiare.

Rischioso, disturbante, gelido, La vita sconosciuta è il referto - affidato alla memoria - di una relazione di coppia, lungo trent'anni di amicizia-ideologia-amore fra Ernesto e Agata. Entrambi rivoluzionari operaisti nell'Italia degli anni Settanta sull'orlo della lotta armata - «articoli fallati nel campionario della gioventù, coltivavamo l'odio nell'illusione di cambiare il mondo ma alla fine cambiavamo solo le nostre esistenze, dirottandole in un precipizio» - si sono ritrovati cinquantenni senza accorgersene. Con pochi spiccioli di fervori sovversivi in tasca e troppe bollette scadute sulla mensola del cucinino. Lei si è ridotta a ciabattare come domestica in un appartamento di ricchi. Lui non riesce a trovare un impiego neppure in un supermercato da poveri. Due figli bastardi di un tempo alieno.

Ed ecco l'incipit, fastidioso, disorientate: mentre lei, spezzata da un ictus al cervello, rincorre il suo respiro sul divano di casa, lui sta ingoiando il piacere di un prostituto tunisino, inginocchiato sull'erba umida del parco Nord, in una Milano camaleontica, «capace di contenere in sé la quotidianità più inoffensiva e focolai di dissolutezza in un abbraccio che confonde tutto senza distinzioni». Tornato a casa, e scoperta la compagna morta - alla quale aveva sempre nascosto la sua doppia, abietta, sessualità - al protagonista occorreranno 120 splendide pagine per: fare i conti col proprio senso di colpa; tirare uno squallido bilancio della propria vita affettiva, col cuore che va da una parte e il sesso dall'altra; affrontare faccia a faccia un vecchio segreto (chi fu il compagno che tradì la cellula milanese che stava per gambizzare un giornalista nemico?); e infine rileggere la Storia politica (con la S maiuscola) degli anni Settanta e la propria storia personale (con la s minuscola) di brigatista in pectore disilluso, senza riuscire a capire quale delle due è stata peggio. Il tutto prima di un rassicurante finale all'insegna del ritorno all'ordine. A salvarci saranno la coppia tradizionale e lo Stato borghese?

Crocifisso Dentello, scrittore di origini siciliane ma nato e cresciuto in Lombardia, che oggi non ha nemmeno 40 anni e aveva un mese di vita il giorno del massacro di via Fani, racconta una storia che non è la sua in maniera più precisa e credibile che se l'avesse vissuta. Con una scrittura scrupolosa, millimetrica, esatta. Ogni paragrafo una frase. Ogni frase un'immagine. Ogni immagine le parole giuste per fissarla.

La lotta armata è sconfitta. Quella con la pagina, vinta.

Crocifisso Dentello presenterà il suo La vita sconosciuta (La nave di Teseo) domani alla Libreria Verso, a Milano (ore 19), con Luca Doninelli e Massimiliano Parente.

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