Quella voglia di vivere che torna e poi sparisce

di Gianni Amelio con Renato Carpentieri, Micaela Ramazzotti

Non tutti i conti quadrano nel bel film del veterano Gianni Amelio, liberamente tratto da un romanzo di Lorenzo Marone. Subito le carte in tavola: quello sconvolgimento familiare che arriva, più inatteso che mai, a metà strada, resta senza spiegazione. Di più non si può dire per non guastare la sorpresa allo spettatore, che sarà probabilmente spiazzato per l'improvviso passaggio dalla commedia al dramma. Dunque, siamo a Napoli. Vive solo in un palazzo signorile del centro città l'avvocato in pensione Lorenzo Bentivoglio (Renato Carpentieri, nella foto). Vedovo da anni, ha due figli con cui ha interrotto i rapporti: l'interprete del tribunale, specializzata nelle traduzioni dall'arabo, Elena (Giovanna Mezzogiorno, nella foto), madre del piccolo Francesco, e il musicista squattrinato Saverio (Arturo Muselli).L'anziano legale, inaridito da quel gelo, di cui l'autore lascia soltanto intuire le ragioni, e dalla conseguente solitudine, s'accende di colpo per la nuova dirimpettaia, la cordiale, un po' svanita Michela (Micaela Ramazzotti), moglie dell'ingegnere navale Fabio (Elio Germano) e affettuosissima mamma di due bambini. Un incontro che gli fa ritrovare la voglia di vivere, forse perfino di riaccendere la passione. Anche se, fortunatamente, tutto rimane confinato nell'immaginazione. Finché una spaventosa tragedia lo farà piombare in un abisso ancora più cupo di prima.

Il maturo caratterista Renato Carpentieri è il superbo protagonista di una storia desolata, che ha sprazzi di grande tenerezza (il gelato con il nipotino, il temporaneo riavvicinamento all'appassita amante), ma è sempre dominata dalla sterilità dei sentimenti.

Più defilati gli altri personaggi, anche se nei titoli si prendono abusivamente i primi posti.

Tra le battute, che fanno da contrappunto a silenzi carichi d'emozione, una lascia sicuramente il segno per la sua perfidia: «È onesto?», «Signorì, essere avvocato e pure onesto sono due cose che non tornano».

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