Zsa Zsa Gabor, una diva del pettegolezzo più che del cinema

di Massimo Bertarelli

A momenti sono stati di più i suoi mariti dei suoi film. Zsa Zsa Gabor era soprattutto un personaggio delle cronache rosa, non certo una grande attrice. «I maschi sono degli eterni bambini» spiegò, con la saggezza della donna di esperienza, in una delle rare parentesi da single. «Per conquistarli bisogna farli sentire importanti e giurare loro, anche se non è vero, che sono amanti imbattibili. Per farsi sposare, invece, è necessario fingersi virtuose». La signora sì che se intendeva, senza la fede al dito sarà rimasta sì e no un paio d'anni tolti ovviamente quelli del biberon e delle elementari.

Stando alle biografie, Zsa Zsa Gabor era nata a Budapest il 6 febbraio 1917, cognome autentico e nome d'arte (il vero era Sari). A quindici anni sgambettava già in palcoscenico e appena maggiorenne fu eletta Miss Ungheria. Il primo film di un certa risonanza fu Matrimoni a sorpresa (titolo quantomai profetico) del 1952, dove la non più giovanissima aspirante star ancheggiava al fianco dell'emergente Marilyn Monroe. Ben più precoce dell'attrice fu la moglie, già convolata nozze a sedici anni, con il ricchissimo uomo d'affari turco Burham Assaf Belj, piantato nel 1941, e sostituito con Conrad Hilton, il proprietario dell'omonima catena alberghiera sposato nel 1942. Come dire da un miliardario all'altro. Una scelta oculata, che la temporanea signora Grandhotel motivò così: «Per il mio stile di vita i soldi sono molto importanti. Sapete quanto mi costa sfamare i miei sedici cavalli e miei sette cani? Ventotto milioni di dollari l'anno: per non parlare dei ricevimenti, dove non manca mai il mio Dracula goulash molto piccante, un piatto che considero l'arma migliore per le mie conquiste».

Stando al conto in banca, fu un clamoroso passo indietro l'unione con il celebre collega inglese George Sanders, sposato nel 1948. Quante botte ho preso, raccontò Zsa Zsa, dopo il divorzio. Nella pausa di riflessione tra il terzo e il quarto matrimonio, la Gabor intensificò l'attività sul set, girando tra gli altri Moulin Rouge di John Huston e L'infernale Quinlan di Orson Welles. Molti i ruoli di contorno, rare le parti da protagonista. La sua vocazione alla ribalta risaltava meglio nella vita privata, dove impalmò il finanziere Herber Hunter, ricco e geloso in pari dosi. Fra i mariti tre e quattro infilò un'impressionante sfilza di amanti, tra cui il fascinoso playboy Porfirio Rubirosa e il dittatore di Santo Domingo, Trujillo.

Il quinto sì l'instancabile Zsa Zsa lo pronunciò davanti al petroliere texano Joshua Cosden junior, pochissime ore dopo la sentenza di divorzio con il consorte precedente. Una galoppata che soltanto Liz Taylor poteva trovare del tutto naturale. Perfino mamma Jolie, che aveva collezionato la miseria di tre consorti, aveva rimproverato la figlia, invitandola a imitare le sorelle Magda (sei coniugi) e Eva (cinque). Senza dar retta alla genitrice, la capricciosa Zsa Zsa sposò ancora l'inventore della bambola Barbie, Jack Ryan, seguito a ruota dall'avvocato divorzista (!) Michael O'Hara e infine dall'ottavo, il principe tedesco Fredrick von Anhalt, duca di Sassonia.

Con un tale girotondo di fidanzamenti, nozze, feste, divorzi, castelli e miliardi, non si può negare che le

restasse poco tempo da dedicare al cinema. Così nell'albo d'oro della diva troviamo i modesti Venere in pigiama, La gang dei diamanti e A Beverly Hills...signori si diventa. Un titolo che ancora una volta valeva una sentenza.

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