Grazie Aida Yespica! Grazie Matteo Ferrari (e grazie al terzo... protagonista che sta per arrivare): lui in campo, straordinario, lei in tribuna per «Quelli che il calcio...» hanno annullato, umiliato il Milan e portato alle stelle il Grifone. Un grande e fortunato debutto per Aida. Un eccellente debutto per Matteo. Questo si annotava in tribuna. Non vi diciamo quello che è successo prima al gol di Sculli; poi al due a zero di Milito il principe. Baci, abbracci, lacrime, qualche infarto pronto a scoppiare, gioia, passione. Tutti attorno a Preziosi, moglie, figlie, future nuore, amici, avvocati. Insomma una festa unica! Da 25 anni il Genoa non vinceva col Milan: quel «due a zero» di tanti anni fa lo ha ricordato proprio Claudio Onofri (commosso), perché fu lui uno degli autori del gol di allora: «Mai visto un Genoa simile» ammicca e fa vedere le foto di 25 anni fa, lui in ginocchio con le braccia al cielo che ringrazia il Signore per quel gol indimenticabile.
«Non svegliatemi, sto sognando...» urla Paolo Orsi, console del Guatemala, mentre riceve da quel paese una telefonata dalla moglie che gli dice: «Abbiamo visto tutti la partita, ma è possibile un sogno simile?».
Grande giornata, soprattutto di calcio. È arrivato persino il nostro prefetto, Anna Maria Cancellieri, in macchina alle 14 e 23. Con lei limmancabile elegante questore Presenti (a proposito, un servizio dordine perfetto). Una bella presenza la loro, le istituzioni credono al calcio come elemento trainante per la nostra città. In tribuna la moglie del presidente Brigida, la graziosissima figliola Paola (scialle bordeaux, molto chic). Tremolante almeno allinizio, il figlio Matteo con al fianco una strepitosa creatura (capelli sciolti alla Veronica Lake, la ricordate?), un «accavallo» che nemmeno la Parietti... Lo ha tirato su per tutta la gara. Una presenza indispensabile. E poi lavvocato Mascia, sempre al fianco del suo presidente, l«uomo immagine» della società Luca Barabino che ha seguito ogni battuta di Preziosi (non si sa mai). Uno ha detto: «Lo marca stretto», Mascia bofonchiando ha ribattuto: «Il presidente è immarcabile».
Play boy. Anche Genova ha i suoi eroi da rotocalco. È apparso in forma splendente Paolo Calissano, senza al fianco il suo nuovo amore («È impegnata altrove, ma è sempre il mio grande amore»), e ancora Max Parodi uscito dal tunnel di un tradimento da parte della esplosiva Ingerman: «Mi tiro su col Genoa, una che non tradisce mai». Andrea Morando, giacca rigata di uno chic unico, abbozza: «Il vero grande amore è il Genoa». In tribuna donore anche Ilaria Cavo (in nero elegante, una «dark-lady») accanto allimpareggiabile Biondi (ingessato ad un braccio, lui solitamente «politico alla mano»). Grandi firme del passato non sono mancate: Bruno Baveni, re di Sestri Levante («Ma perché non ci danno la tessera fissa a noi... vecchie glorie?»), Mario Bortolazzi, vedovo-Donadoni, il simpatico Pezzotti (lo avrà visto, ci auguriamo, Criscito Mimmo...) e quel gran portiere che fu Simone Braglia, più alto del solito, con il suo bimbetto Carlo avvolto di rossoblù.
Nomi. Vips davvero tanti in questo pomeriggio. Tutti genoani coloro che stanno rilanciando il grande Lido dAlbaro: il manager Mario Corica, che attende tutti, stasera, per linaugurazione dello stabilimento. Con lui il «cervello» organizzativo, Franco Recanatesi (lo ricordate pimpante direttore di un Lavoro indimenticabile?) oggi presidente di «Master 2000 communication» cui è stato affidato il lancio del vecchio Lido. E, guarda chi si vede, Franco Manzitti (commosso), rientrato da Milano per applaudire il suo Genoa. E ancora: il professor Mauro Casaleggio medico indimenticabile del Genoa, proprio di quando cera il Principe Milito: «Lo ricordo... grande, ma mai grande come oggi».
Pochi politici, anche perché lassessore Pastorino ha tolto loro le tessere. Non mancava però Burlando (la Regione è stata molto più... generosa) insieme a Guerello.
Letteralmente sbiancato («un lenzuolo da stendere»), Galliani è uscito dalla tribuna nellindifferenza totale.
Il neo. Giornata di gloria per tutti? Non proprio. Non almeno per chi ha deciso di ingabbiare i giornalisti, durante lintervallo, in quella che vorrebbe essere una sala-ristoro riservata.
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