Spionaggio, l’Antimafia indaga su due agenti

NapoliLa Dia di Napoli sta svolgendo indagini su un suo agente, un poliziotto in servizio alla Questura e due persone estranee al mondo delle forze dell’ordine, che avrebbero fatto parte di una centrale di spionaggio. La «banda» avrebbe acquisito notizie riservate e svolto illegalmente investigazioni per conto di soggetti privati. I pm della Direzione distrettuale antimafia hanno ordinato quattro perquisizioni nei confronti degli agenti presunti infedeli e degli altri due personaggi e delegato la stessa Dia alle indagini, che sarebbero comunque alle fasi iniziali.
La clamorosa inchiesta sulla «centrale di spionaggio» rappresenta una tranche della storia, che sembra infinita, della delibera sulla gestione degli appalti (Global service) (17 arresti a dicembre del 2008, tra cui l’imprenditore Alfredo Romeo). Nei mesi scorsi era stato poi arrestato anche un sostituto commissario, Giuseppe Savarese, in forza alla Dia, accusato dai pm di avere duplicato alcuni file da un pc della Direzione investigativa antimafia aventi ad oggetto i nuovi sviluppi dell’indagine riguardanti in particolar modo appalti per il cosiddetto piano sicurezza. Un piano che prevedeva la messa a punto di opere come la costruzione di nuove caserme, la cittadella della polizia, impianti di videsorveglianza in città e in provincia.
L’ipotesi di reato formulata dai pm della Direzione distrettuale antimafia è di associazione per delinquere finalizzata alla interferenza illecita nella vita privata e nell’accesso abusivo al sistema informatico.
Il poliziotto della Dia avrebbe utilizzato illegalmente informazioni in possesso dell’ufficio presso il quale prestava servizio.

Inoltre avrebbe svolto, con il collega della Questura, l’attività di investigatore privato, per conto di soggetti privati, utilizzando le strutture ed i mezzi della Dia.
I pm della Dda parlano di una struttura «permanente» che avrebbe agito allo scopo di raccogliere informazioni sulla vita privata di alcune persone.

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