Pare che Gasperini abbia dribblato i giornalisti alla vigilia della partita, per evitare che le sue risposte potessero in qualche modo avvantaggiare l'Inter. Inzaghi ha inseguito lo stesso fine con un'altra via: parlare senza dire nulla. Benvenuti nel calcio del 2022, dove gli algoritmi scelgono i giocatori, i gps contano i loro passi, ma la pretattica è evidentemente quella di un tempo che si supponeva superato per sempre.
Atalanta-Inter (inizio 20,45) vale doppio per entrambe le squadre: Gasperini ha l'ultima occasione per sognare, ma ugualmente deve difendere il quarto posto; Inzaghi può allungare un altro po' sul Milan che gioca solo domani, ma contemporaneamente non vuole lasciare a Pioli lo spazio a un possibile sorpasso, ché poi ci sarebbe sempre da recuperare la partita di Bologna, ma restare - non solo virtualmente - in testa alla classifica, avrebbe un altro peso in vista dell'ormai prossimo derby (6 febbraio, 2 turni dopo questo). L'Atalanta per tradizione recente è rivale ostico, soprattutto a Bergamo. Però ha ragione Inzaghi quando dice che è l'avversario ideale per rialzare l'attenzione del gruppo dopo l'euforia da SuperCoppa, che potrebbe causare qualche indesiderato contraccolpo. «È una partita scudetto, perché noi siamo primi e loro sono quarti. Noi abbiamo il primo attacco e loro il terzo. Da anni stanno facendo bene e sono una splendida realtà e non una sorpresa», chiosa didattico il tecnico dell'Inter. «Si giocherà a ritmi alti, sarà una sfida molto fisica, non si può concedere nulla, sennò con loro paghi», aggiunge senza ricordare come i 120 minuti di battaglia contro la Juventus potrebbero pesare molto più della sbornia post-vittoria, che pare non turbarlo. Anche per questo motivo, Inzaghi ricomincia il gioco delle rotazioni. Rifiata Dumfries (per Darmian) e così Martinez (Dzeko non c'era contro la Lazio). Dovrebbe quindi essere di nuovo il turno di Alexis Sanchez, il jolly di SuperCoppa. «È un grande attaccante e sono fortunato di poterlo allenare», sottolinea Inzaghi, senza però ufficializzarne l'impiego, così come quello di nessun altro. Hanno giocato molto Brozovic e Perisic, ma non dovrebbero saltare. Staranno fuori in Coppa Italia (mercoledì a San Siro contro l'Empoli), così come i difensori titolari, indiscutibili anche domani, nonostante la doppia battuta a vuoto di De Vrij sia contro la Lazio sia contro la Juventus.
A Bergamo non ci sarà Zhang, che ha visto dal vivo 2 partite dell'Inter dopo 7 mesi e torna ad accontentarsi della tv. C'è chi scommette che il presidente voglia fare un regalo a Inzaghi prima di tornare in Cina, ma sembrano fantasie più che fatti.
Arriveranno (sì prima o poi arriveranno) i rinnovi a Brozovic e ai dirigenti, ma facce nuove da qui a fine mese non se ne dovrebbero vedere. «Abbiamo l'obbligo di migliorarci e se ci sarà l'occasione, dovremo farci trovare pronti»: l'ultima verità di Inzaghi è la più banale.
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