Agnelli colpevole, un anno di squalifica

La Juve e la Procura ricorrono. I giudici: "Esclusi legami con la criminalità organizzata"

Agnelli colpevole, un anno di squalifica

Aveva dieci giorni il Tribunale federale Nazionale, e se li è presi tutti, per emettere una sentenza sportiva attesa. Una sentenza che sancisce la colpevolezza del presidente della Juventus Andrea Agnelli per il caso ultras-biglietti, ma che alleggerisce la richiesta del pm del pallone Pecoraro. Un anno di inibizione e una multa di 20mila euro il giudizio emesso dal Collegio giudicante presieduto da Cesare Mastrocola, a fronte dei 30 mesi e 50mila euro chiesti dall'accusa.

La sentenza sarà immediatamente esecutiva : Agnelli, pur restando presidente del club, non potrà presentarsi in Lega di A, scendere negli spogliatoi e rappresentare il club in ambito federale. Ma lo stop, non superando i 12 mesi se fosse confermato nei 3 gradi di giudizio, non comporterà l'impossibilità di ricoprire incarichi federali per 10 anni. E in attesa che l'iter della giustizia sportiva faccia il suo corso, resta il danno d'immagine per colui che guida una delle squadre fra le più nobili d'Europa, appena nominato presidente dell'Eca, il sindacato dei club europei.

Parole dure, infatti, quelle usate dal Collegio federale nelle motivazioni della sentenza. Non è stata accolta la difesa assolutoria dei legali di Agnelli, visto che l'«invocata estraneità del presidente non può ritenersi tale». Anzi il Tribunale riscontra come « Agnelli, con il suo comportamento abbia agevolato e, in qualche modo avallato o comunque non impedito le perduranti e non episodiche condotte illecite». E il fatto che il club riservasse agli ultras pacchetti di biglietti, consentendone la cessione in numero superiore al consentito con la consapevolezza che diventassero oggetto di bagarinaggio, è «oltremodo preoccupante» anche perché «non sono stati fenomeni sporadici e occasionali», ma «un vero e proprio modus operandi».

Al presidente bianconero viene invece scontato forse il più imbarazzante dei capi d'imputazione: quella sulla frequentazione con gli ultras e con esponenti della criminalità organizzata. «Non è stata fornita prova concreta - la chiosa nella sentenza -, Agnelli era inconsapevole del presunto ruolo malavitoso».

Colpevoli e sanzionati nello stesso modo anche gli altri deferiti: Francesco Calvo, ex direttore marketing, e Stefano Merulla, responsabile ticketing. Per il security manager Alessandro D'Angelo, invece, 1 anno e 3 mesi di inibizione con i soliti 20mila euro di ammenda. Secondo il presidente del tribunale federale Cesare Mastrocola, infatti, «non è fatto mistero che l'intero management bianconero fosse votato a ricucire i rapporti con gli ultras, così da rendersi disponibili a scendere a patti per non urtare la suscettibilità dei tifosi».

Respinta infine la richiesta di due turni di squalifica dell'Allianz Stadium e della chiusura della curva Sud nel terzo, resta solo l'ammenda di 300mila euro. Il Procuratore federale Pecoraro e la Juve hanno già annunciato ricorso.

«Sono parzialmente soddisfatto, è stata provata la colpevolezza di tutti - così il pm del pallone - ma i fatti sono talmente gravi che andavano sanzionati di più». «È stato escluso ogni legame con la criminalità organizzata, ma non sono state riconosciute le nostre buone ragioni», dice il club torinese.

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