Rio de Janeiro - Quando arriva Felipe Massa la festa si ferma, probabilmente anche il Brasile. E gli occhi puntati sulle immagini delle bellezze del Calendario Pirelli per un attimo si distolgono, perché Felipe qui è un mito e perfino l'ex presidente Lula se lo abbraccia festante per la gioia dei fotografi locali. Lui, il ferrarista appena sceso dal podio di Interlagos con le lacrime agli occhi per la felicità, ricambia affettuoso. Era reduce dall'inaugurazione del nuovo Ferrari Store di Rio del Janeiro, 190 metri quadri nel quartiere di São Conrado, dove ha instancabilmente firmato autografi ai tifosi. E non si sottrae neppure durante la serata di gala alle domande sul campionato, il tutto mentre siti specializzati analizzano la sua stagione e concludono: «Felipe non è mai arrivato davanti a Vettel, Webber invece ha tolto punti ad Alonso». Insomma, sarebbe praticamente un disastro, ma Massa la prende con filosofia sfoggiando una certa dose di tranquillità. E di sincerità.
Allora Felipe: ha vinto il migliore?
«Secondo me sì. O meglio: Vettel ha meritato, ma sarebbe stato giusto se avesse vinto anche Fernando. Sono due grandi piloti, si sono dati battaglia da campioni. Solo che Sebastian ha vinto tanto e alla fine questo è risultato decisivo».
La Ferrari ha fatto tutto il possibile per fermarlo?
«Questo sì, sicuro. Abbiamo provato a fare molte cose durante l'anno e soprattutto alla fine. Però...».
La Red Bull era superiore...
«La Red Bull era più veloce in pista, questo non ha aiutato il nostro lavoro».
C'è da mettersi sotto a testa bassa, insomma...
«Sì, dobbiamo metterci subito a pensare cosa cambiare sulla macchina per l'anno prossimo. Soprattutto dobbiamo avere un campionato competitivo dall'inizio alla fine. Non solo in certi momenti».
A proposito Felipe: e lei che voto si dà?
«Io devo fare come nella seconda parte della stagione, quando sono stato dove dovevo essere».
Ma cos'è successo all'inizio?
«Mah, sono successe tante cose all'inizio...».
Tipo?
«Beh, innanzitutto ho avuto dei problemi psicolocigi. Non mi trovavo con la macchina, non avevo feeling».
Problemi con la Rossa, in pratica.
«Sì, non ce la facevo a mettere insieme i particolari, era come un puzzle che non riuscivo a risolvere. Ogni volta succedeva qualcosa che mi faceva ricominciare da capo».
Precisiamo: problemi tecnici?
«Anche. Ma soprattutto problemi di testa».
E poi cos'è successo?
«E poi ad agosto le cose sono cominciate ad andare meglio, mi sono liberato psicologicamente e i risultati sono arrivati».
Merito della conferma arrivata per la prossima stagione?
«In realtà è il contrario: il mio miglioramento è stato prima della conferma da parte della scuderia».
Dica la verità, Felipe: è stata un po' una sorpresa...
«Dico la verità: prima di agosto lo sarebbe stata. Probabilmente nemmeno io mi sarei dato fiducia. Dopo però...».
...è cominciato ad andare forte...
«Sì, la seconda parte del campionato ho dimostrato quello che valgo. E dopo agosto ero certo che sarei rimasto».
E adesso si ricomincia. Cosa ci vuole per battere la Red Bull?
«L'ho detto: lavorare molto, testa bassa. Per avere un campionato senza alti e bassi».
In realtà questo è successo anche a loro.
«Alla fine sono andati molto forte»
E qualcuno dice un po' ai limiti del regolamento...
«Mah, la Formula Uno è questa: le grandi squadre studiano sempre come andare più forte arrivando ai limiti».
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