L'accogliente San Siro per rimettersi in piedi e uscire dal fondo del tunnel buio. Al Milan di Allegri, ridotto a mal partito dall'ennesimo viaggio fuori porta concluso con un deficit complessivo (troppi gol subiti, 3, troppi errori commessi, qualche torto arbitrale subito), non resta che aggrapparsi al suo stadio e al rendimento fin qui incassato (9 punti in 4 partite contro i miseri 2 collezionati in 5 trasferte). Non sono numeri occasionali, sono il segno di una diversa tensione e attenzione prestata dai bricconcelli di Milanello nelle serate vissute dentro l'ovale magnifico di San Siro. Allegri è tornato sotto assedio ma si comporta con la serenità dei giorni migliori. «Quando si allena il Milan e mancano i risultati la responsabilità è sempre dell'allenatore.
Cercherò di fare uscire la squadra da questo momento negativo» è la sua auto-critica accompagnata dal solito atto di fede che punta su una classifica decisamente migliore «prima di Natale» in coincidenza con i recuperi dei migliori. In verità l'appuntamento è troppo lontano. Lazio, Fiorentina e Barcellona sono un tris fondamentale: dovesse uscirne con le ossa rotte, il destino di Allegri sarebbe segnato. Perché il credito si è esaurito. È vero che il presidente Silvio Berlusconi, per usare un eufemismo, non ha gradito l'ennesimo scivolone in classifica ma è vero anche che il report di Galliani è il parere più ascoltato dalle parti di Arcore: lo scudo protettivo è ancora solido, in attesa di Clarence Seedorf, chè di Pippo Inzaghi non c'è traccia nei discorsi presidenziali. «Ho sentito Berlusconi prima di Parma e lo sentirò ancora, di sicuro il presidente è al fianco della squadra» la frase che tende a smentire ogni scenario di conflitto personale.
San Siro come protettore, Balotelli e Kakà insieme, come rianimatori del gruppo stordito e confuso. Nei confronti del quale Allegri è giustamente spietato. «A Parma c'è stata mancanza di attenzione e concentrazione, oltre ad errori tecnici». Sotto osservazione, stasera, ai bordi di Milan-Lazio, la presenza come addizionale di Banti, fischietto livornese come Allegri (e per questo considerato in difficoltà quando arbitra i rossoneri) protagonista del famoso scontro con Balotelli concluso dalla squalifica per tre turni. Ecco allora l'altro appuntamento per Mario che non ha gradito la sostituzione ma ha fornito una risposta in allenamento che viene considerata molto promettente. Troppo poco per fidarsi al buio. «Ho parlato con lui, deve fare molto di più, Raiola lo gestisce ma il cartellino è del Milan» la frase del livornese è una risposta al vulcanico agente che fin qui ha prodotto più danni mediatici (con l'intervista esclusiva affidata a un solo quotidiano) che vantaggi al suo prezioso assistito. Meglio aspettare la sfida con la Lazio e verificare. Kakà invece è una questione profondamente diversa. «Può essere il nostro valore aggiunto tecnico e morale» l'opinione del tecnico.
Non è dunque una questione di modulo. «Andremo avanti col 4-3-3» è il percorso tracciato. Avanti così e con Gabriel in porta, nonostante il recupero di Abbiati. Perché è di Gabriel il futuro in porta. E Allegri lavora anche per il suo successore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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