Allegri si nasconde: "Sfida importante soprattutto per loro"

Il tecnico bianconero segnala il pericolo: "Ancelotti è un professore che semplifica ogni cosa"

Allegri si nasconde: "Sfida importante soprattutto per loro"

Torino - Ancelotti è un «professore», la partita «conta più per il Napoli» e, insomma, Allegri non si smentisce: mai caricare una partita di eccessiva tensione né di troppe aspettative. Meglio prendere il tutto sempre molto alla larga. Stavolta, poi, ha tutte le ragioni del mondo per non cambiare abitudini: il campionato è solo alla settima giornata e, per quanto la Juve abbia finora sempre vinto, è davvero troppo presto per azzardare qualunque tipo di discorso a lunga scadenza. Anche se tutti sanno che un'eventuale vittoria bianconera darebbe una bella mazzata alla concorrenza: nessuno parlerebbe di campionato chiuso, ma la fuga sarebbe cosa fatta. E si sa che agli attuali campioni d'Italia piace da matti mettersi lì davanti e non mollare l'osso: sta agli altri impedire che ciò avvenga.

Dopo di che, è ancora fresco il ricordo di quanto accadde la scorsa primavera: Napoli bravo a espugnare lo Stadium, nessuno psicodramma juventino e, alla fine, tricolore rimasto sul petto di che ne aveva già una collezione da vendere. «Bisogna fare i complimenti a chi ha costruito il Napoli così Allegri -. La Juventus però in questi anni ha vinto sette scudetti e quattro volte la coppa Italia, partecipando a due finali di Champions. Vincere non è facile e bisogna mantenere l'attenzione alta. Io sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto in questi quattro anni, in primis per la società. Quanto fatto è rimasto scritto, ma bisogna scrivere ancora, correre e crederci. Sono le motivazioni a fare la differenza, perché altrimenti non dai il 100%. Alla Juve c'è una grande rosa in cui tutti, per giocare, devono pedalare: chi non lo fa, perde il posto. In campo sono tutti amici, in settimana nemici che lottano per essere titolari». Funziona così, in effetti. E i risultati si vedono, anche se ogni tanto spunta un broncio qua e là.

Oggi c'è per esempio da immaginare che, se andrà in panchina in favore di Bernardeschi, Dybala non sarà al settimo cielo: poco male, ecco. Ci sarà invece certamente Ronaldo, assente per squalifica martedì prossimo quando allo Stadium arriverà lo Young Boys: «Dobbiamo ancora migliorare nel trovarlo l'analisi di Allegri -. Stiamo insieme da trenta giorni, abbiamo tempo davanti a noi per migliorare la fase di palleggio e la velocità con cui lo si può trovare». Lavori in corso, logicamente. Per puntare al top, ovunque. Entrando nella testa dei giocatori, un po' come Ancelotti: «Ognuno fa l'allenatore come meglio crede, ma bisogna cercare di vincere. Lui è una persona che trasmette serenità. Il modo in cui si approccia e parla rende le cose molto semplici: lo dimostrano gli anni di carriera che ha fatto. Siamo simili nel modo di affrontare le cose, veniamo dalla stessa scuola». I giocatori in primis, gli schemi dopo («senza i primi, non vai da nessuna parte»).

Poi, i dettagli: «E' come sui cento metri. Passare da 13 secondi a 10 è abbastanza semplice, la difficoltà è invece enorme quando devi scendere sotto i dieci. In questi dettagli, Ancelotti è un professore». Su il sipario.

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