Alonso parla dopo l'incidente: "La botta più dura della mia vita"

Incidente, scossa, malore? L’ex Capelli: "In F1 c’è omertà, servono risposte"

Alonso parla dopo l'incidente: "La botta più dura della mia vita"

I testimoni sono due. Uno si chiama Sebastian Vettel e l’altro Jordi Vidal. Il conto in banca li distingue. Pilota e fotografo. Entrambi dicono che «l’uscita di strada di Alonso è stata strana e che andava piano». La McLaren dà la colpa ad Eolo, parla di vento, di raffica improvvisa, di frenata, di marce scalate, di impatto comunque fortissimo, una trentina di G la decelerazione. Risultato: Alonso è da quattro giorni in ospedale. A questo punto salterà i test perché anche uscisse oggi ballando il tiptap la Fia non lo farebbe salire in auto domani. «La botta più dura della mia vita» sussurra lui, «e non ricordo niente dell’incidente». Il resto sono esami su esami e attesa e Nando che ha una gran voglia di scappare via ma non può. Qualcosa non torna e i medici vogliono sapere.

Ma molto non torna. La McLaren non ha approfondito la questione tecnica lasciando così pensare che possa esserci dell’altro nascosto, magari uno strano guasto (scossa elettrica dalla power unit). E le poche informazioni sulle condizioni del pilota tengono inevitabilmente vivo anche il sospetto che dietro l’uscita ci possa essere stato un malore.

Intanto Fernando resta in ospedale. «Rimarrà qui il tempo necessario ad essere sicuri che tutto vada bene» spiega il manager, Luis Garcia Abad. «L'impatto è stato duro. Non posso dire se resterà 1, 2 o 3 giorni in più... La F1 non è un gioco e dobbiamo essere sicuri che sia pronto a guidare la macchina al momento giusto... I test F1 di domani? Il test più importante in questo momento è quello che stanno facendo i medici su di lui». In particolare a preoccupare sarebbe proprio la perdita di memoria subita e su questo indagherebbero i medici.

Una vicenda condita di troppi silenzi che, inevitabilmente, tingono di giallo e provocano un corollario di misteri. Il più ingombrante riguarda due versioni che non coincidono in nulla. Quella del fotografo testimone e quella del team che proprio al fotografo, subito dopo l’incidente, aveva chiesto lumi sulla dinamica. «Non è vero che ha toccato l’erba, non ci è andato sopra con nessuna ruota, la monoposto non aveva nulla di strano, quelle due frenate non sono sue... ho solo notato che andava piano...» ha detto smontando gran parte del comunicato ufficiale del team. In aggiunta, non rispondeva alle pacchette sul casco date dai soccorritori, aveva raccontato a caldo.

Incidente, scossa, malore. Resta il fatto che «qualcosa di strano è accaduto».

Lo sottolinea l’ex pilota e ora presidente dell’Aci Milano, Ivan Capelli. Che aggiunge: «In F1 spesso c'è omertà. Bisogna dare una risposta a quanto successo, anche per dare tranquillità agli altri piloti prima che parta la stagione».

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