Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione
Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione

Alonso riapre il mondiale di Vettel

Ko al via toccato da Raikkonen. "C'è da lavorare. Parte un minicampionato di 5 Gp". Vince il tedesco. Massa 2°

Alonso riapre il mondiale di Vettel

È vero che non bisogna credere a fortuna e sfortuna. È vero che in questo week end a trecento all'ora e dagli occhi a mandorla sono successe alla Ferrari cose «fuori dal nostro controllo però ride bene che ride ultimo» come ha detto il team principal Stefano Domenicali. È vero che le bandiere gialle del sabato e le birichinate di Vettel che lo ha rallentato non punito, solo ammonito, hanno inguaiato la posizione in griglia di Alonso che «sennò avrei potuto fare il quarto tempo». Però è vero soprattutto che di seconda fila si sarebbe comunque trattato e cioè di auto nemiche davanti e accanto e dietro con Fernando costretto a cercare la super partenza pur di recuperare, provando nel contempo a salvarsi dai rischi del patatrack che sempre incombe al semaforo verde. Rischi aggiuntivi, vedasi Grosjean su Lotus in Belgio, vedasi appunto Raikkonen su Lotus a Suzuka che ha pizzicato Alonso passato da destra a sinistra per impostare il primo curvone che se fosse rimasto nelle zone sue magari non sarebbe successo. Francamente difficile dare colpa al finnico con già due ruote sul prato. Rischi non richiesti che il ferrarista è costretto a prendersi ad ogni Gp, talvolta come ieri sbagliando misure, per colmare i distacchi incassati in qualifica. «La monoposto in gara si comporta sempre un po' meglio ma è la stessa delle ultime 5-6 corse, per cui dobbiamo lavorare» dirà a caldo. «Se il nemico si concentra sulle montagne, attacca per mare. Se si concentra sul mare, attacca dalle montagne» twitterà a freddo citando “Il libro dei cinque anelli” scritto nel XVII secolo e alludendo alla necessità di sorprendere i rivali. Dal libro del buonsenso, comunque, ci sta bene anche un sincero “occhio alle partenze”.

Il pallottoliere della classifica, con la comoda vittoria giapponese di Vettel, parla chiaro e dice che la Red Bull, in queste settimane, ha fatto ciò che avrebbe dovuto fare la Ferrari: e cioè trovare il bandolo di un ulteriore passo in avanti tecnico. E ora il mondiale è molto più che riaperto. Il mondiale è diventato un minimondiale di cinque gare, come ha detto sconsolato Alonso prima di fuggire pur di non aggiungere ciò che tutti stanno pensando. E cioè che nonostante i 4 punticini che ora separano lo spagnolo leader dal tedesco secondo, il favorito è il campione del mondo in carica. Favorito perché per vincere il titolo servono reazioni tecniche che la Rossa non riesce ad avere in modo continuativo, complici i problemi provocati dalla galleria del vento.

Favorito perché se da Maranello non riusciranno a fornire, fin dal prossimo venerdì in Corea, pezzi in grado in qualifica di togliere Alonso dalla giungla del mucchio in griglia, Vettel avrà vita facile. «Capisco la frustrazione di Fernando» dirà Domenicali, «ma stia certo che stiamo facendo di tutto per dargli un'auto all'altezza del suo talento». È più di una promessa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica