Alta tensione tra Reina e il Napoli E oggi c'è la «bestia nera» Atalanta

Il Psg offre un biennale da 3,5 milioni all'anno, Pepe è tentato Sarri stasera lo farà giocare ma è infastidito dalla situazione

Angelo Rossi

Napoli L'ideale sarebbe chiudere il cerchio. Il felice debutto in campionato, la parentesi europea ancor più importante perché il Napoli è dentro l'Europa che conta scortato da un'infinità di applausi e complimenti. C'è però l'Atalanta stasera, che lo scorso anno s'è cucita addosso il marchio di bestia nera: sei punti su sei sottratti ai partenopei, tre in Lombardia interrompendo la striscia positiva degli azzurri, altri tre al ritorno addirittura al San Paolo bloccandone la corsa verso il tricolore.

Sarri contro Gasperini, dunque, il profeta del calcio spettacolo contro il pragmatismo fatto persona: una stagione fa il tecnico bergamasco marcò a uomo annullare il gioco del collega. Oggi il Napoli pare più motivato e anche più maturo, di solito fa fatica di questi tempi, invece finora ha vissuto un'estate con i fiocchi. Il problema è che il caso Reina pare aver turbato quest'atmosfera idilliaca: chi possiede lungimiranza non è rimasto sorpreso dal fulmine improvviso: una questione lasciata insoluta è chiaro che prima o poi sarebbe esplosa. È accaduto nell'ultima settimana di mercato, quando il Napoli pensava di aver chiuso la questione negando allo spagnolo il prolungamento di contratto, obbligandolo anzi al rispetto totale fino a giugno. L'offerta del Psg, che pare reale e non frutto di una manovra orchestrata dall'abile manager Quilon, ha fatto esplodere il caos perché di fronte a una proposta del genere (contratto biennale con ingaggio di 3,5 milioni, cartellino valutato 6-7) e a quell'età è normale che il calciatore tentenni. Anzi, in verità lui avrebbe già accettato il trasferimento sotto la torre Eiffel, delegando ai francesi l'arduo compito di fare breccia tra i rigidi principi di De Laurentiis.

La cosa ha infastidito parecchio mister Sarri, primo perché in pochi giorni è quasi impossibile trovare un sostituto all'altezza. Secondo perché Reina è un suo fedelissimo, tra i primi a sottoscrivere il patto scudetto che consisteva nel restare in azzurro senza accettare altre offerte, terzo perché lo spogliatoio è nelle mani di Pepe, che ne pilota umori e iniziative.

Il gruppo non vuole perderlo ma giustifica il malumore del portiere (segnalato comunque in campo oggi): tre mesi non sono bastati al club per evitare che la situazione degenerasse tra il malcontento generale. L'Atalanta, forse, darà una risposta anche in questo senso.

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