
Tira una brutta aria, attorno a Vincenzo Nibali. Il nostro ragazzo a tinte gialle è chiaramente lanciatissimo verso Parigi, ma sono in tanti a gufarlo, ma soprattutto pronti a fargli saltare i nervi. In verità - è bene sottolinearlo - al momento in quanto a tranquillità è già vincitore a mani basse. Nulla lo smuove e niente lo scalfisce. Lui lascia dire che il Tour l'ha già vinto, che non ha più avversari da battere, anche se non manca chi sostiene che alla lunga pagherà il caldo nella terza settimana e che la pressione del Tour non l'ha mai assaporata fino in fondo, perché un conto è essere lì nelle zone alte e un altro è trovarsi a comandare tutti dall'alto.
Per il momento il siciliano di Messina si trova a proprio agio sulla tolda di comando del Tour. Arrivano le Alpi, ma ieri pomeriggio dopo la vittoria del norvegese Alexander Kristoff (vincitore quest'anno anche della Sanremo, ndr), arriva la prima domanda scomoda per il nostro campioncino. Lo si era capito da giorni. Anche ieri mattina al via da Bourg-en-Bresse, il team manager del Team Sky (quello di Chris Froome, ndr) David Brailsford, si lamentava con qualche collega di lingua anglofona come mai in sala stampa non si facesse nessuna domanda sul doping a Vincenzo NIbali. «A Chris, un anno fa, non passava giorno che non la si facesse...», si lamentava.
Ieri pomeriggio, puntuale ecco la domandina. È James Keaten, giornalista della Associated Press, una delle massime agenzie mondiali, ad entrare sull'argomento e a chiedere: "Alexandre Vinokourov è stato cacciato dal Tour de France 2007, Martinelli ha lavorato con corridori che sono stati poi coinvolti in storie di doping anche Michele Scarponi non ha un passato immacolato: perché ha scelto la Astana?".
Nibali risponde come se gli avessero chiesto dove andrà a trascorrere le vacanze dopo il Tour. Sereno e serafico, senza mostrare il minimo imbarazzo, risponde così: "Non saprei dire per quanto riguarda Martinelli, ma è con lui che ho parlato molto e per lui sono arrivato alla Astana. Questa squadra ha investito molto su un gruppo italiano, ha voluto scegliere un gruppo nuovo per dare credibilità al proprio progetto. E ha scelto come allenatore Paolo Slongo, con il quale ho iniziato a lavorare quando avevo solo diciassette anni, nella nazionale del ct Antonio Fusi. Insieme abbiamo lavorato alla Liquigas e poi alla Liquigas Cannondale e ora stiamo portando avanti il nostro progetto con questa società".
E ancora: "Gli sbagli sono stati fatti in passato, impossibile negarlo, e sono stati fatti da moltissimi corridori, ma devono restare legati al passato: oggi in gruppo ci sono tanti giovani che vogliono cambiare il ciclismo. Lo stiamo dimostrando con il passaporto biologico, con i controlli a sorpresa: questo è un ciclismo migliore".
Infine chiosa: "Ho scelto l'Astana perché ho avuto la possibilità di compiere un passo importante per la mia carriera, perché ho potuto costruire un gruppo mio e puntare ai massimi traguardi mondiali".
Lo incalzano. Vincenzo: ti aspettavi domande sul doping?
"Certo, perché si tratta di un tema molto scottante, ma ripeto che è un tema fa parte del passato. Oggi ci sono casi isolati, sappiamo bene che la mamma degli imbecilli è sempre incinta: io non posso fare il portavoce di tutto il gruppo, ma la volontà di migliorare è evidente".
Il primo attacco, verbale, viene parato con assoluta serenità dal nostro corridore. Oggi le Alpi: si arriva a Chamrousse. Le parole stanno a zero.
Ordine di arrivo (12ª tappa, da Bourg-en-Bresse a Saint-Etienne di 183 km): 1. Alexander Kristoff (Nor), 4h32'11; 2. Sagan (Svk), st; 3. Demare (Fra), st; 4. Albasini (Svi), st; 5. Navardauskas (Lit), st; 6. Bennati (Ita), st; 7. Coquard (Fra), st; 8. Oss (Ita), st; 9. Dumoulin (Fra), st; 10. Rojas Gil (Spa), st.
Classifica generale: 1. Vincenzo Nibali (Ita), 51h31'34; 2.
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