Gli insulti di Cervi, Zeller tricolore e Gassmann: ecco il podio dei peggiori

L'attacco choc a La Russa. Il sindaco di Merano che si toglie la fascia tricolore. E l'attore contro il teatro che ha ospitato Remigration. Ecco i peggiori della settimana

Gli insulti di Cervi, Zeller tricolore e Gassmann: ecco il podio dei peggiori
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Questa settimana il terzo posto del podio dei peggiori va ad Adelmo Cervi, figlio di uno dei sette fratelli fucilati dai fascisti a Reggio Emilia nel 1943. Nel corso della maratona contro l'astensionismo ai referendum, si è presentato sul palco, alla presenza del segretario della Cgil, Maurizio Landini, indossando la felpa della Fiom. E ha brutalmente attaccato il presidente del Senato, seconda carica dello Stato. "Di un bastardo come Ignazio La Russa – ha detto – non ho bisogno di parlare". E, qualora l’insulto fosse sfuggito alla platea, eccolo rincarare la dose: "La cosa vergognosa è che un bastardo del genere sia la seconda carica dello Stato e che abbiamo chi ci governa che gira ancora con la fiamma tricolore appiccicata al vestito". Una violenza verbale inaudita che travalica il civile confronto che, in un Paese democratico come il nostro, dovrebbe esserci tra posizioni politiche distanti tra loro. Una confronto che dovrebbe misurarsi attraverso le idee e non attraverso le offese, le ingiurie o, ancora peggio, il vilipendio alle alte cariche della nostra Repubblica.

Sul secondo gradino troviamo il neo sindaco di Merano, Katharine Zeller, per il siparietto che si è consumato durante il passaggio di consegne con il predecessore. Nel video diventato virale sui social appare evidente la fatica che la spinge a indossare solo per pochi secondi la fascia tricolore. Ma cosa c'è dietro? Un gesto di disprezzo nei confronti dei simboli della Repubblica e, in particolar modo, della bandiera italiana? La Zeller assicura di "no". Ma la giustificazione addotta ci sembra un po' tirata. "Mi sono opposta a un gesto provocatorio e patriarcale - ha spiegato a Repubblica - teso a presentarmi come una bambina ingenua, obbligata a ubbidire a un uomo politico esperto". Una polemica del tutto inutile per un passaggio di consegne. Il Tricolore andrebbe indossato con fierezza senza se e senza ma.

Al primo posto c'è Alessandro Gassmann per la campagna (di cui francamente avremmo fatto a meno) contro il sindaco di Gallarate. L'attore se l’è presa perché il teatro cittadino, che porta il nome del padre, ha ospitato Remigration, summit che ha radunato i principali partiti di estrema destra d'Europa. Sui social ha intimato al sindaco di rimuovere l'intitolazione: "Se nelle sue intenzioni vi è quella di continuare a ospitare in un luogo di cultura, manifestazioni con slogan razzisti e illiberali, le chiedo di togliere il nome di mio padre al suddetto teatro".

Una censura a priori di questo tipo però non farebbe certo il bene non solo alla città di Gallarate ma anche al mondo della cultura che quel teatro rappresenta. La libertà di espressione, non ci stancheremo mai di ricordarlo, è difesa dalla nostra Costituzione. E non è certo mettendo a tacere chi la pensa diversamente che la si rispetta.

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