Un altro Giro tra riposo e sole. Soffre Bernal, cuore Nibali

Yates recupera un minuto alla maglia rosa in crisi. Lo Squalo e Ciccone cadono: si ritirano? Bene Caruso

Un altro Giro tra riposo e sole. Soffre Bernal, cuore Nibali

Altro che pioggia, ci voleva il sole! Altro che Pordoi o Fedaia: è più che sufficiente Sega di Ala. In verità fa male riposarsi. Non è un ossimoro, ma nei Grandi Giri ormai è una regola.

Dopo il riposo, tappa numero 17 (a volte i numeri) che fa male a tantissimi. A Egan Bernal, che ci rimette quasi un minuto. A Nibali ed Evenepoel che si ammaccano ancor più di quanto non lo siano già. Sia lo Squalo che il belga, a una trentina di chilometri dal traguardo, cadono in discesa mentre sono nel gruppo della maglia rosa: il siculo picchia nuovamente il polso fratturato il mese scorso, il bimbo prodigio per evitare una scivolata inchioda e vola oltre il guard-rail, tagliandosi l'avambraccio. Entrambi arrivano al traguardo con distacchi siderali e ora dovranno sperare che questa mattina le botte rimediate consentano loro di ripartire, anche se il volto scuro e rassegnato di Nibali ieri pomeriggio era più che eloquente. Tra gli sfortunati di giornata c'è anche Giulio Ciccone: stesso incidente e per l'abruzzese una botta pazzesca alla schiena. Insomma, tutti in osservazione.

Dopo la sosta Bernal incassa la prima giornata storta del suo viaggio rosa e ne approfitta l'uomo invisibile, il fantasmino Simon Yates, fino a ieri nelle retrovie: un po' per scelta, un po' perché la condizione non sembrava sorreggerlo più di tanto. «Non sarà la salita più dura della corsa, ma abbiamo provato a muover la classifica: oggi c'era il sole e in queste condizioni brillo anch'io. Bernal? Una giornata no può capitare a tutti, di sicuro ha ancora tanto vantaggio e fino all'ultimo terrà duro», il messaggio da gentleman di Yates.

Negli ultimi quattro chilometri di arrampicata verso Sega di Ala, con pendenze che tolgono il fiato, il gemello chiama allo scoperto la maglia rosa e lo mette in ginocchio. Guadagna un minuto scarso, ma quel che porta a casa è la convinzione di essere sulla strada giusta: Bernal è vulnerabile!

Mentre Nibali stoico e indomito non se la sente di lasciare così la corsa che più ama e che in carriera ha conquistato due volte, con ostinata determinazione conclude con un braccio che nemmeno ha la forza di poggiare sul manubrio per il dolore, il colombiano in rosa contiene i danni. «Non è stata certo la miglior giornata, ma è anche vero che non ho perso troppo tempo. Ho sempre detto che questo Giro finisce a Milano», racconta sfinito il colombiano rosa.

Giornata felice per Dan Martin che si aggiudica la tappa. Per Joao Almeida che risale qualche posizione. Per Simon Yates che scopre un raggio di luce nel cammino verso Milano.

Per Damiano Caruso che difende con i denti il suo secondo posto. Crolla Vlasov, che paga un'altra giornata no: non è la prima, quindi, non sarà neanche l'ultima. Di salita ce ne sarà ancora, domani e sabato in Piemonte, con arrivi in quota: il Giro non è finito. Lavori in corso.

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