Ancelotti: "Imitiamo il mio Milan..."

Il Napoli debutta al Maracanà di Belgrado. Con i rossoneri, da giocatore e tecnico, ha vinto i due precedenti in casa dei serbi

Ancelotti: "Imitiamo il mio Milan..."

Napoli - A Belgrado sono tutti eccitati. Aspettano il Napoli come fosse il Real Madrid, in verità aspettano la Champions che manca dal terribile Marakanà da ben 26 anni. Biglietti esauriti in poche ore (52mila presenze garantite) e un esercito di testimonial di lusso per spingere una squadra che sulla carta dovrebbe essere la cenerentola del gruppo. Il tennista Djokovic è stato il primo a scuotere la curva più calda e discussa di Belgrado, poi è arrivata la spinta di Prosinecki, ve lo ricordate? Proprio con la Stella Rossa vinse una coppa Campioni prima di indossare le maglie di Real Madrid e Barcellona. Mihajlovic infine ha fatto la spia, lo ha svelato Milojevic, allenatore della squadra serba. «Il Napoli sbaglia se crede che siamo le marionette del girone. Ci è costato aspettare una vita per tornare in Champions e onoreremo la manifestazione fino all'ultimo secondo di gioco semplicemente perché non abbiamo paura di nessuno. A cominciare da oggi. Gli azzurri sono forti, del modo di giocare di Ancelotti mi ha parlato a lungo Mihajlovic e sappiamo come comportarci contro di loro. Il tifo tutto per noi farà il resto».

L'urlo di guerra non ha sconvolto più di tanto Ancelotti, ha alzato il sopracciglio e niente più. Si sa che la Champions è casa sua, è il motivo per il quale è stato scelto da De Laurentiis: «Il vero obiettivo è l'Europa, si fatturano milioni con le Coppe non con gli scudetti. Se non prendo soldi dalla Champions come faccio a comprare i grandi calciatori?», filosofia spicciola quella del presidente ma per lui tremendamente pragmatica. Comunque la prima sfida possibile di un girone quasi impossibile, è sempre la più importante: «Bisogna vincere perché dopo ci tocca scalare una montagna, è chiaro che partire subito con i tre punti ci darebbe una spinta notevole - ammette Carletto, che a Belgrado ha fatto tappa già due volte ai tempi del Milan ed è andata bene -. Dunque se non c'è due senza tre... Conosco la spinta che il pubblico può dare alla propria squadra ma il Napoli deve fare il suo gioco senza lasciarsi prendere dal panico. Anche noi aspettiamo quest'appuntamento con ansia ma guai a preoccuparsi troppo».

Niente da obiettare sul prestigio della manifestazione. «La Champions è la competizione più importante di tutte, inutile girarci intorno. Napoli ci tiene tanto ed è nostro dovere provare ad accontentarla. Le partite che ci aspettano sono tostissime ma questo torneo mi ha insegnato che si deve ragionare gara dopo gara, senza porsi traguardi né limiti. La Champions è questa».

Fiducia naturalmente a Insigne («non è importante dove giochi ma che giochi

bene»), ci sarà qualche cambio («chi non recupera in tempo, non va in campo») e un indizio per capire se, dopo il Sarrismo, sta nascendo pure l'Ancelottismo («il mio Napoli dovrà avere più identità di gioco, non soltanto una»).

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