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È ancora l’Inter di StraMilito

Nerazzurri subito sotto, poi il Principe ribalta la situazione su un assist del Siena e un rigore. Gol numero 20 per l'attaccante, anche con un "aiutino" dell'arbitro

È ancora l’Inter di StraMilito

E chi se lo aspettava, Gasperini era stato licenziato in quanto ritenuto sfortunato, Ranieri aveva parlato di stagione maledetta. Probabilmente la spiegazione sta da un’altra parte perché Mannini che strattona Nagatomo in piena area a un amen dalla fine, proprio non se lo aspettava nessuno. Rigore, ventesimo gol del Principe che da solo tiene in linea di galleggiamento la baleniera più datata del campionato con Zanetti che tocca 570 presenze in serie A, gioca da giovane promettente e mette tenerezza. Comunque il raddoppio è arrivato in modo sospetto, ma la vittoria non fa una grinza. Segnalata come la squadra in miglior condizione del campionato, il Siena è arrivato a San Siro per giocare in contropiede, ha segnato dopo sette minuti e si è messo dieci metri ancora più dietro.

È stata solo la dabbenaggine della difesa interista a creargli i varchi per raddoppiare o triplicare, sull’1-0 Brienza è volato sulla sinistra con Destro spostato e Samuel nel mezzo. Brienza aveva talmente tante alternative che ha scelto la peggiore, ha atteso che lo spazio fra lui e l’argentino si riducesse all’osso per scaricare il pallone in mezzo per Destro. Samuel in spaccata si è fatto perdonare la fagiolata vergognosa che ha portato in vantaggio il Siena ma si è anche infortunato all’adduttore e dopo pochi minuti ha lasciato il prato per Nagatomo. Ma Samuel con Destro stava soffrendo, si è preso anche un giallo che lo terrà fuori per la prossima contro l’Udinese. Stramaccioni aveva due alternative, dentro Ranocchia, oppure Chivu in mezzo con Nagatomo esterno basso, ha scelto la seconda. Dopo quella di Forlan rimasto in panchina per Alvarez, questa di Ranocchia è sembrata la seconda bocciatura di serata per due che a Trieste non avevano fatto sognare.

Il gol del Siena comunque è tutto merito di Samuel che fa a cazzotti con la palla da ultimo uomo, D’Agostino gliela ruba e serve Destro, tiro, Julio Cesar respinge, arriva Brienza, tiro, Julio Cesar respinge, ritorna D’Agostino, tiro, gol, 0-1. Samuel e l’Inter hanno impiegato un po’ prima di riaversi dopo questa serie di cazzotti abbastanza immeritati. Poi hanno ripreso a lavorare sodo, annullato un gol a Cambiasso a metà tempo, pochi minuti dopo tutto di prima, tutto a gran velocità da Samuel a Chivu, Obi, in mezzo per Milito solo, girata centrale, Pegolo si accartoccia e blocca. Ancora pochi minuti e questa volta è uno scambio al limite dell’area fra Stankovic e Alvarez a mettere il serbo in area solo, sinistro in curva Nord.

Si vede anche la maledizione.
Il possesso palla è assolutamente sproporzionato, la squadra più in forma del campionato è rimasta fra i paletti mentre la grande delusione di questa stagione è nuovamente sotto in casa. Fino alla restituzione del regalo. A sistemare le cose ci pensa Pesoli che in piena area svirgola di sinistro e serve perfettamente Milito che di testa mette dentro, è il 42’ c’è ancora un tempo e onestamente non si capisce come il Siena possa salvarsi, anche se l’Inter scende come la pallina nel flipper, stagione che sta morendo così, con un Siena che si difende nella sua area, rischia su ogni palla e dopo neppure nove minuti della ripresa Milito lo grazia su corta respinta di Pegolo e calcia fuori di centimetri.

Tutti dietro e l’Inter avanti a testa bassa, all’andata al Franchi risolse Castaignos a un istante dalla fine su intuizione di Thiago Motta, due che ieri sera non c’erano. Ma intanto occorre anche dire che se la realtà è questa, e cioè confusione, attesa di uno spunto individuale, speranza e preghiere, significa anche che questa Inter è lontana da una soluzione. Tutti molto distanti tra loro, poi ammucchiate al limite dell’area quando gli spazi diventano pertugi. Quando la speranza stava entrando in spogliatoio Romeo ha comandato un calcio dagli undici metri che ha permesso a Milito di fare venti.

E così l’Inter resta nella terra di mezzo, fra il nulla e un’Europa che resta lontana.

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