Arriva il "match doctor" nelle partite: la proposta italiana dei medici sportivi

Nel congresso mondiale a Roma (oltre 2500 i partecipanti) si parlerà di una nuova politica da seguire nelle emergenze sui campi di gara con il protocollo Mogess e l’importanza dell’esercizio come farmaco

Arriva il "match doctor" nelle partite: la proposta italiana dei medici sportivi

Niente più casi Morosini. Cosi la Federcalcio ha dato il benestare per un nuovo protocollo d’intervento che prevede l’inserimento di una nuova figura medica che resterà a bordo campo per gestire eventuali emergenze e prestare i primi soccorsi. Si chiamerà «match doctor», ovvero un medico che insieme a due infermieri professionali e otto soccorritori potrà intervenire in caso di emergenza durante le partite di calcio professionistico nel nostro Paese, dalla Serie A alla Lega Pro, per prestare soccorso ai giocatori.

C’era l’esigenza di mettere un po’ d’ordine al modo in cui vengono portati a termine i soccorsi medici in mezzo al campo. Proprio per questo motivo Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medici Sportivi Italiani, ha studiato e pubblicato Mogess, il nuovo metodo organizzativo per la gestione delle emergenze sanitarie presentato in occasione del XXXII Congresso Mondiale di Medicina dello Sport in agenda a Roma, con oltre 2500 partecipanti provenienti da 117 paesi nel mondo.

La novità è semplice: il «match doctor» dovrà segnalare al quarto uomo qualsiasi anomalia e far interrompere la partita dal direttore di gara per poter intervenire. Come ci si dovrà comportare in quell’occasione? Il protocollo Mogess è chiarissimo: dopo la sospensione della gara l’arbitro, insieme ai capitani delle squadre, dovrà operarsi per tenere a 20 metri di distanza tutti gli altri giocatori per evitare il caos attorno al malcapitato come avvenuto per Morosini in occasione di Pescara-Livorno e ostacolare, senza volerlo, le cure. Nel frattempo gli allenatori avranno il compito di tenere l’ordine in panchina.

Il «match doctor», uno specialista in medicina dello sport (e comunque tesserato Fmsi), esperto nella gestione delle emergenze cardio-respiratorie e nella gestione del trauma maggiore dovrà essere necessariamente esterno alle società, costerà all’incirca 300 euro a partita e potrebbe essere pronto per gennaio, ovvero per il girone di ritorno in A: «Abbiamo sottoposto alle leghe professionistiche questo nuovo modello della gestione delle emergenze, che prevede questa figura – ha spiegato Casasco -. Stiamo già iniziando la formazione per le squadre, mi accontenterei di riuscire a partire con il prossimo campionato. Devo dire che abbiamo trovato subito al collaborazione di tutte le leghe, da quella di serie A alla Lega Pro».

La nuova figura entrerà pienamente nel sistema organizzativo della partita, curando tutti gli aspetti sanitari: dalle dotazioni alle vie di fuga dello stadio, collaborando sia con le società che con gli arbitri. «Grazie alle nostre leggi sulla prevenzione, che sono già le migliori al mondo – ha proseguito il presidente della Fmsi – in Italia abbiamo una morte improvvisa cardiaca per ogni milione e mezzo di praticanti, mentre negli altri paesi sono una ogni trecentomila». Ma le attenzioni del match doctor saranno rivolte anche ad altri tipi di traumi altrettanto rischiosi: «Le prossime grandi emergenze sono i traumi, soprattutto la concussione cerebrale - ha sottolineato Casasco - e tutta una serie di altre patologie a cui il match doctor contribuirà a far fronte».

Nel congresso di Roma, in cui si confrontano le scuole americana ed europea, si discute anche dell’«attività fisica prescritta come un farmaco», intendendo che l’esercizio per essere salutare e ottnere benefici, deve essere prescritto e somministrato nella giusta dose, indicando intensità, durata ed eventuali limitazioni.

«Per questo è sempre necessaria la presenza di un medico sportivo», conclude Casasco, presidente del Congresso insieme al numero uno della federazione internazionale dei medici sportivi, Fabio Pigozzi. Altri temi del Congresso, i benefici dell’attività fisica sul cervello, la biologia molecolare, la proteomica, la nutrizione e la lotta all’obesità.

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