Sfacciato come l'Ajax, irriverente come l'Atalanta, ma soprattutto impetuoso come il nostalgico Leeds di Don Revie. Il Getafe non se la sente di vestire i panni della Cenerentola del calcio europeo, ha una sua anima vincente, e ha dimostrato in campo come si possono mettere in riga le grandi di Spagna. A tre giornate dalla fine della Liga la squadra di José Bordalàs si tiene stretto il quarto posto in classifica che profuma di Champions dalla porta principale. Il Getafe ha scavato un piccolo fossato tra il suo desiderio d'Europa e le ambizioni di corazzate come Siviglia, Valencia e Athletic Bilbao. Tutte formazioni sulla carta ben più attrezzate, ma nessuna provvista di quel fuoco sacro che alimenta sogni di gloria.
Passando in rassegna i nomi della truppa di Bordalàs non si trovano stelle di prima grandezza, o marpioni dal passato illustre. Se si esclude il solo Flamini (35 primavere), spesso dirottato in panchina, il Getafe è un'orchestra di perfetti sconosciuti. Qualcuno ha paragonato il gioco degli "azulones" a quello dell'Atletico Madrid, ma Bordalàs, pur ammirando Simeone, si smarca dal cholismo. «Siamo il Getafe e giochiamo da Getafe. Ci accusano di essere troppo muscolari, a un passo dal codice penale, ma alla fine in qualsiasi azienda contano i risultati». In effetti l'accostamento alla crazy gang di Don Revie, al Leeds che tra il 1968 e il 1974 prese in ostaggio la Premier, non è così azzardato. D'accordo, i "whites" potevano disporre di interpreti come Billy Bremner o Johnny Giles, a Getafe invece è il festival della manovalanza applicata al pallone. Il giocatore più rappresentativo è il 24enne serbo Maksimovic, faro del centrocampo, di proprietà del Valencia. In porta c'è una vecchia conoscenza del calcio italiano, Leandro Chichizola, nulla di trascendentale nello Spezia, ma rigenerato nella Liga. Un po' come l'incontrista uruguayano Sebastián Cristóforo, una toccata e fuga nella Fiorentina. A far la differenza è tuttavia la coppia d'attacco Jaime Mata (nessuna parentela con il più celebre Juan) e Jorge Molina, 37 primavere, bomber in doppia cifra nonostante la stagionatura. A quell'età nella Liga meglio di lui era riuscito a fare solo il colonnello Puskas nel Real.
Il Getafe reclama un posto tra i grandi, ma anche la propria "indipendenza". I giornali narrano le gesta di una squadra di un quartiere di Madrid, in realtà Getafe è una città che sorge a dieci chilometri dalla capitale.
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