Caro Ancelotti, come si trova a Parigi dopo aver perso uno scudetto all’ultima giornata e con le polemiche sul suo stipendio?
«Parigi è adorabile. E delle speculazioni, oggetto della campagna elettorale presidenziale, non c’è più traccia. Vivo in un ottimo ambiente, ho una società che punta forte su di me e colgo un entusiasmo nell’ambiente che faciliterà il mio lavoro».
Entusiasmo di chi? Non certo dei media…
«L’entusiasmo contagioso è quello della proprietà, determinata a realizzare una squadra competitiva che possa centrare l’anno prossimo l’obiettivo del campionato e che non sfiguri in Champions league. Partiremo in quarta fascia, lo so, non sarà semplice. Spero di incrociare il Milan».
Ma come ha fatto a farsi beffare dal Montpellier?
«Semplicissimo: loro avevano una squadra collaudata, che stava insieme da anni, noi invece abbiamo cambiato troppo e abbiamo raggiunto con difficoltà l’identità necessaria per imporre il talento dei singoli».
A Milano circola una sua battuta sul conto di Pastore: Kakà è un’altra cosa. Conferma?
«Sa quanti gol ha fatto Pastore? 21. Quanti ne avrebbe dovuto fare per meritarsi un giudizio lusinghiero, cento per caso? Al suo primo anno in Francia ha avuto un rendimento ottimo vincendo le pressioni dovute all’enorme quotazione del mercato».
Prandelli le ha dato fiducia preferendo Sirigu a Viviano: ma è stato così bravo il suo portiere?
«Ha commesso un paio di errori nel mese di aprile, di qui le voci di un suo rendimento insoddisfacente. Invece è un portiere molto affidabile e Cesare ha fatto bene a portarselo dietro».
Thiago Motta è stato un buco nell’acqua?
«È arrivato a gennaio, deve ancora integrarsi ma ha personalità per farlo. Sono contento di lui e di Menez, visto che giudicate deficitario l’arrivo di calciatori dall’Italia».
A che punto è il calcio francese?
«Rispetto a 20 anni è meno tecnico e più fisico, per l’arrivo degli africani. Nel frattempo ha raggiunto molte conoscenze e perfezionato il contropiede, proprio come gli italiani. Se posso segnalare un difetto: sono poco applicati nelle marcature difensive. Gli stadi sono sempre più pieni, ne stanno costruendo di nuovi in vista di euro 2016, tra non molto ci supererà, devono solo guardarsi dalla violenza».
È per questo che avete chiesto Thiago Silva a Galliani durante il Roland Garros?
«Se lo dice Galliani... Ma il Milan si è chiuso a riccio».
Non le manca un grande attaccante, invece?
«Senza attaccanti, ne abbiamo fatti 40 e scusate se sono pochi. Il nostro problema è stato quello opposto: abbiamo preso qualche gol di troppo su calcio piazzato. Ma state certi: faremo una buonissima squadra e senza rivoluzioni questa volta».
Leonardo è rimasto in sella: ma non veniva discusso dai giornali francesi?
«Un conto sono i rapporti non idilliaci con la stampa francese e un conto è il giudizio della proprietà del PSG: si trova benissimo a Parigi e lavoriamo in perfetta sintonia».
Che opinione ha di Traorè, acquistato dal Milan?
«Ha fatto gol contro il Psg, col suo Nancy mi ha castigato: è un Nocerino più potente».
Ma a Parigi siete ancora interessati a Pato?
«Io penso che le Olimpiadi segneranno il rilancio di Pato il quale poi avrà bisogno di disputare una bella stagione col Milan per cancellare definitivamente il ricordo triste degli infortuni».
Su Lavezzi ormai siete arrivati primi…
«Chiedete a Leonardo, è lui che tratta la materia».
Crede alla possibilità che il Milan si privi di Ibra?
«Non penso che il Milan del presidente Silvio Berlusconi possa perdere appeal visto che già deve fare a meno di collaudati campioni, come Nesta e Gattuso, o lo stesso Seedorf usciti di scena per limiti di età».
Bella la sua dedica a Inzaghi…
«Gli ho scritto che non ho mai allenato uno capace di impegnarsi nel Leffe così come in una finale di Champions league. L’ho scritto percho lo penso davvero».
Sconvolto dal successo del Chelsea?
«No, sono invece strafelice perché ha confermato una mia teoria: e cioè appena Di Matteo ha ridato fiducia ai vecchi guerrieri, è arrivato il trofeo che Abramovic aspettava da anni».
E lo scudetto della Juve?
«A Torino hanno vinto grazie alle straordinarie motivazioni. E al fatto che Conte si è dimostrato molto duttile».
All’europeo nella bufera giudiziaria: cosa farà l’Italia?
«Il gruppo dell’Italia è un bel dilemma. La Nazionale ha un ottimo centrocampo, più l’incognita comportamentale rappresentata dai due davanti, Cassano a Balotelli. Può succedere tutto, che si accende la lampadina, o che si resti al buio: sono due matti ma Prandelli è bravo anche a prenderli per il verso giusto».
Nesta e Gattuso al corso allenatori: cosa ne pensa?
«Li ho cercati al telefono e ho detto loro: quando vi consegneranno l’attestato di allenatore, avvertitemi. Mi hanno chiesto: perché? Semplice: perché quel giorno strappo il mio tesserino, ho replicato».
Ci
rivediamo all’europeo in Polonia e Ucraina?«Non credo. Ho detto alla mia compagna: vado all’europeo per aggiornamento professionale. Mi ha risposto: ma siamo sicuri che si tratta di aggiornamento professionale?».
Leonardo, poi, e meno di uno zero fatto con il bicchiere.