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Australian Open, Pennetta e Fognini out: che delusione i fidanzati d'Italia

Eliminati al primo turno degli Australian Open. Per il ligure troppi errori gratuiti, per la brindisina una brutta partita nel derby con la Giorgi, che le insidia lo scettro

Pronti via e Svizzera avanti 2-0 Resiste Bolelli, si squaglia Fognini
Pronti via e Svizzera avanti 2-0 Resiste Bolelli, si squaglia Fognini

Ciao ciao fidanzati d'Italia. Inizio pessimo per Fabio Fognini e Flavia Pennetta agli Australian Open, il torneo dello Slam che apre la stagione del tennis mondiale. A Melbourne i due numeri uno azzurri, e fidanzati nella vita privata, non sono riusciti a superare il primo turno. Per Fognini, purtroppo, non è arrivata la svolta attesa dopo un finale di 2014 coperto solo di ombre. Il ligure, numero 18 del mondo, si è arreso al colombiano Alejandro Gonzalez, numero 107 Atp, in quattro set (4-6 6-2 6-3 6-4).

La chiave? I 77 errori gratuiti in 37 game: Fognini non riesce più a trovare la quadra nel suo gioco che nella passata stagione lo aveva portato a sfiorare i top ten. Il dato confortante è che in questo caso non ci sono state scenate o colpi di testa particolari. E anche nel dopo match l'analisi di Fognini è lucida e il tennista non cerca scuse. «Ho giocato male - ammette -. Fa male perché è un torneo dello Slam e tutti vogliamo far bene, ma per fortuna si tratta solo del secondo torneo della stagione e avrò tante occasioni per riscattarmi. Ho anche iniziato tardi la preparazione per un piccolo problema al polso, ora va meglio». L'azzurro perderà molte posizioni in classifica, visto che difendeva gli ottavi raggiunti lo scorso anno, quando si arrese a Djokovic: «Il vento? Certo dava fastidio, ma c'era pure per il mio avversario... Dopo aver vinto il primo set ho preso un break nel secondo per colpa mia e si è complicato tutto. Gonzalez era solido e serviva benino, ma onestamente sono stato io a regalare tanto, troppo. Nell'ultimo game, ad esempio, ho cercato di restare dietro con pazienza ma ho commesso tre errori gratuiti. Colpa mia, ripeto. Oggi comunque sono rimasto calmo. Una giornata ed una sconfitta da cancellare, la stagione è lunga».

La Pennetta, numero 12 Wta, esce nel derby con la marchigiana Camila Giorgi, numero 33 al mondo, che l'ha dominata con la sua freschezza. Il punteggio dice 4-6 6-2 6-3 in un'ora e 55 minuti. A fare la differenza sono stati i vincenti: 31 per la Giorgi (hanno compensato i 17 doppi falli), 16 per la Pennetta, che difendeva i quarti conquistati un anno fa, quando si arrese alla cinese Na Li. La Pennetta è amareggiata ma non abdica: «Se potevo cambiare qualcosa? Con Camila è difficile perché non ti dà ritmo, gli scambi sono sempre molto veloci. Mi è scappata via troppo in fretta quando l'incontro era in controllo. Sono delusa per la sensazione di non aver dato il meglio. Ma non è ancora un cambio generazionale». La Giorgi invece guarda avanti: «Dal 2-2 del secondo set ho giocato sicuramente meglio, ho accelerato e le ho messo più pressione. Il mio obiettivo è diventare numero uno d'Italia».

Dopo l'en plein della prima giornata (Seppi, Bolelli, Errani, Vinci) la gioia della seconda arriva da Paolo Lorenzi. Il 33enne senese elimina contro pronostico la testa di serie numero 21, il talentuoso ucraino Alexandr Dolgopolov che incappa in una delle sue giornate orribili. Un secco 6-4 6-3 6-2 per l'azzurro che ora trova il bombardiere canadese Vasek Pospisil. L'ucraino, autore di 40 errori non forzati, lamentava un dolore al ginocchio destro che ne avevamo messo in dubbio la partecipazione. Nella notte va in scena la resurrezione di Simone Bolelli che sfiderà Roger Federer al secondo turno. Per il bolognese, 29 anni, uno dei talenti più cristallini del tennis azzurro, con una carriera sfortunatissima costellata di infortuni, è una rinascita. L'anno scorso era sprofondato al numero 367 del mondo, oggi è tornato al 48 e sfida Re Roger. «È fondamentale impedirgli di comandare gli scambi, ma per farlo spesso rischi di andare fuori giri. Devi accettare che può inventarsi numeri eccezionali. Di fronte hai uno dei più grandi di sempre, se non il più grande».

L'obiettivo dell'azzurro è tornare ai vertici, meglio del numero 36 che è il suo best ranking.

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