Autorete e punizione Milan col minimo sforzo

I rossoneri non entusiasmano ma mettono sotto il Parma Senza Faraone poca vivacità. Ma Supermario segna ancora

Autorete e punizione Milan col minimo sforzo

Milano - Trascorrere un paio di notti al terzo posto, in compagnia della Lazio (che gioca lunedì sera) e in attesa dell'Inter, è la prima soddisfazione dell'anno per il Milan di Allegri. Forse, in capo all'esibizione di ieri sera col Parma, è anche l'unica. Perché il 2 a 1 sul Parma non luccica in modo particolare né rappresenta la conseguenza diretta di una serata di bel calcio. A schiodare lo 0 a 0 è una sfortunata autorete di Paletta, a inchiodare Pavarini alla sconfitta, l'ennesima, è una pennellata d'autore di Mario Balotelli che in tribuna viene festeggiata dai suoi cari con danze di sapore africano. Terzo il Milan non è mai stato, e questo può rappresentare in qualche modo una bella impresa, passaggio di una rincorsa che deve ancora completarsi. Dietro la sagoma di Balotelli, perché sia chiaro a tutti, svetta Montolivo che è diventato più che un regista, è l'anima bella del nuovo Milan, con tanto di grinta e di acume tattico che lo fanno diventare un vero pilastro del gruppo berlusconiano. Non mancano le ombre, inquietanti per certi versi, che rispuntano persino in una serata in cui si può avere la partita in tasca: ultimo contropiede concesso al Parma questa volta non sprecato da Sansone. Perciò il sigillo di Balotelli, alla fine, assume il valore decisivo. Ancora una volta.

Ma se questo è il Milan, il Barcellona può dormire sonni tranquilli. Di sicuro non può lasciarsi spaventare da una squadra che subisce per un tempo intero, il primo, il palleggio del Parma e col palleggio anche un paio di incursioni in area di rigore sui soliti calci piazzati (angoli o punizione che siano non fa alcuna differenza): Paletta, difensore dai piedi non proprio ispirati, sfiora il palo e Amauri, di testa, impegna a terra Abbiati. Perciò stona in questo Parma spumeggiante il timbro dato alla sfida da Coda che in un paio di circostanze prova a far fuori Balotelli con interventi da codice calcistico. Se questo è il Milan alcune scelte (Nocerino a destra, Muntari confermato) di Allegri sono da rivedere e correggere in vista della Champions perché segnalano il discutibile smalto di un bel numero di esponenti a cominciare dallo stesso De Sciglio alle prese con il guizzante Sansone per finire a Boateng, che ha il record di passaggi sbagliati. Per fortuna del Milan, sorveglia, anche in difesa dove i rammendi di Yepes sono provvisori, Montolivo autore di un paio di recuperi prodigiosi e di geometrie che danno respiro a una manovra troppo scontata e improvvisata per risultare efficace.

Così mentre il Parma comanda il gioco senza correre rischi (un solo intervento galeotto di Mesbah su Niang in area) e la curva eleva osanna per Donadoni accolto come si compete a uno degli Invincibili, il Milan si ritrova, immeritatamente, e all'improvviso in vantaggio. Si tratta però, sul finire della frazione, del classico infortunio: è come forare una gomma. E infatti Paletta devia una palletta innocua di Boateng spiazzando Pavarini. L'1 a 0 invece di liberare il gioco del Milan dai ceppi della responsabilità lo ricaccia puntualmente indietro perché a eccezione di un paio di contropiedi sbavati da Boateng, è sempre il Parma a menare la danza e a presentarsi (indovinate come? su punizione dal limite) con Amauri dalle parti di Abbiati senza riuscire a sfruttare l'occasione come accadde al Cagliari. Donadoni nel frattempo provvede ai tre cambi per ravvivare un attacco che è il suo punto debole (ultimo successo a inizio dell'anno, 6 gennaio): inutilmente Belfodil entra a sconfitta quasi scolpita, gli altri due non aggiungono granchè alla serata.

C'è però sempre Balotelli nel Milan.

Sotto gli occhi della sua nuova fiamma, Mario si sfoga con un paio di punizioni calciate come missili ma fuori bersaglio prima di scaldare il piedino e di trovare, sempre dal limite, la traiettoria velenosa che lo riconsegna al tabellino per il terzo turno consecutivo. Quarto gol in tre sfide e tutti a casa a rimirare il talento purissimo di questo giovanotto che Allegri e Montolivo rasserenano quando lo vedono perdere la trebisonda.

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