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Avviso a campioni e procuratori. Le vacche grasse sono finite

Mercato, ingaggi e commissioni: tetto al 55% dei ricavi

Avviso a campioni e procuratori. Le vacche grasse sono finite

Dando per scontato che nessuno ha rubato (ma in più di un caso potrebbe non essere così) ci sarebbe da dubitare delle capacità manageriali di un gruppo di presidenti e amministratori che insieme hanno accumulato circa 8 miliardi di debiti. Dirà il tempo, se questi geni della finanza applicata al calcio (o di calcio applicata alla finanza?) abbiano trovato nella SuperLeague la panacea ai loro rossi perpetui.

Di sicuro chi in questo momento rischia parecchio sono i calciatori, e non solo perché Fifa e Uefa, modificando allo scopo i regolamenti attuali, potrebbero impedire ai tesserati delle SuperSquadre di giocare campionati mondiali e continentali (che poi anche qui, dovremmo capire quanto varrebbe un Mondiale senza i migliori). Il rischio più grande è quello più caro ai calciatori e ai loro procuratori: guadagnare di meno, e sarebbe paradossale nel momento in cui i club arriverebbero a fatturare come mai prima.

Non è certo un caso che The Football Forum, l'associazione che raggruppa alcuni tra i principali agenti (da Raiola a Mendes), a 48 ore dalla nascita della SuperLeague abbia emesso un comunicato intriso di preoccupazione e buoni propositi (loro, gli squali che girano l'Europa col piattino in una mano e la pistola dei contratti in scadenza nell'altra): «Vogliamo mettere al sicuro i diritti dei calciatori. Non devono soffrire le conseguenze negative di qualsiasi sviluppo del calcio. I giocatori non sono stati coinvolti in nessuna discussione. Il sistema attuale non è sostenibile, è ora di un cambiamento che abbia senso per tutti i componenti del mondo del calcio. Noi siamo a favore di un sistema più trasparente, democratico e moderno, che crediamo sia nel miglior interesse dei calciatori, dei tifosi e del gioco». Amen.

Nella SuperLeague, al momento di salary cap non si parla. L'unica barriera alle spese sarà il 55% dei ricavi tra ingaggi, mercato e commissioni ai procuratori, in una sorta di Financial Fair Play rivisto e corretto (l'Uefa raccomanda il 70%, attualmente i club europei sono tutti tra il 70 e 80%). E se i club della SuperLeague facessero un accordo non scritto (i cartelli resterebbero vietati dall'antitrust anche in un sistema tanto anomalo come questo) per evitare di rubarsi i calciatori più ambiti a centinaia di milioni di ingaggi e cartellini? Che fine farebbero le insensate provvigioni elargite in questi anni ai procuratori (187 milioni spesi in Serie A nel 2019, in calo a 138 nel 2020)? Perché se non si frena sulle spese e quelle per i calciatori sono ovviamente le più alte servirà a poco incassare di più.

Tempo 10 anni e i geni della finanza applicata al calcio se ne dovrebbero inventare un'altra.

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