Adesso che ha Milik pronto per fare l'Higuain e Kalinic in arrivo più Rog e Maxsimovic per dimenticare il Pipita, forse, Maurizio Sarri può guardare al Milan di Carlos Bacca senza i grandi rimorsi di domenica notte. «Sarà una sfida complicata» manda a dire il tecnico che sembra avere altri nemici al momento e nuovi tormenti, tra cui uno interno, il belga Mertens, al quale dedica non una frecciatina delle sue ma una vera intemerata. «Se pensa che mi faccia influenzare dai suoi sguardi, se lo scorda. Se continua a fare due gol per volta può venire a guardarmi anche sotto la doccia» la brutale replica al siparietto di Pescara.
Ma non si può chiudere qui il dibattito triste e inevitabile che attorciglia Napoli e i napoletani sulla partenza-tradimento di Higuain e sulla scelta del suo sostituto, con Gabbiadini prima osannato e adesso in volo verso la Premier, lui che sembrava dovesse raccoglierne la pesante eredità. «Manolo ha sempre avuto un inizio di stagione poco brillante» la spiegazione concessa da Sarri che ha il cipiglio dei giorni bui, per spiegare la probabile esclusione di stasera dopo quel debutto a Pescara poco confortante. «Montella ha già dato al Milan un'identità» è il giudizio che ha deve nascondere le censure e le critiche aspre alla prima esibizione.
«Se potessi cancellerei il calcio d'agosto» è la sua reazione nervosa di chi sa che quest'anno a ogni gol mancato, a ogni mezzo passo falso, sarà scontato toccare quel nervo scoperto. «Prometto ai tifosi che la squadra darà il massimo» è l'unica frase impegnativa che l'ex impiegato di banca può rifilare dentro una settimana che deve portare il Napoli a completare il mercato e il Milan di Montella a decifrare meglio il suo avvenire.
«Napoli è un appuntamento importantissimo per capire la nostra dimensione» fa sapere Vincenzo col sorriso del bravo e paziente precettore che ha ereditato un club ricco di storia e povero di futuro oltre che di cifra tecnica e che s'aggrappa al suo bomber Bacca rimasto a dispetto di tutti, anche della scarsa fiducia ricevuta proprio da Sarri che alla proposta del suo presidente De Laurentiis rispose picche. «Non mi piace giocare a nascondino ma so che l'anno scorso dopo una buona prova, quella successiva segnalò un calo di tensione» è l'analisi lucida di Montella che fa capire di essere, tra gli altri, curioso di vedere che tipo di Milan andrà in scena, se quello coraggioso visto nella prima ora col Toro, o quello vittima del panico del finale quando Mihajlovic schierò le quattro punte fino a sfiorare la clamorosa rimonta. «Voglio sperare che non sia stato panico né calo fisico» è l'analisi lucida, recitata senza enfasi.
«Occorrono 10 turni per capire di che pasta siamo fatti tutti» è il suo pronostico. Arrivederci a fine ottobre? Neanche per gioco, naturalmente. Perché Napoli, con due nuovi innesti (De Sciglio e Gustavo Gomez), è già un bivio fondamentale.
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