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Il ballo dello scudetto. Milan sempre di corsa. Andamento lento Inter

I rossoneri votati all'attacco sono più europei. I nerazzurri all'italiana: risaliti con la difesa

Il ballo dello scudetto. Milan sempre di corsa. Andamento lento Inter

Quest'anno, come mai nella storia recente della serie A, «Milan l'è un gran Milan». Milan in vetta, Inter a inseguire staccata di un solo punticino. Ok, siamo solo a un terzo del campionato ma vedere le due milanesi in vetta fa un certo effetto e non è di sicuro un fatto casuale. Programmazione, qualità, uomini giusti al posto giusto valgono per entrambe ma le caratteristiche delle due società e ancora di più delle due squadre sono enormemente differenti.

In comune ci sono due società particolari. Il Fondo Elliott per il Milan, il colosso Suning per l'Inter. Proprietà distanti fisicamente ma che hanno lasciato in loco i loro uomini di fiducia con ampie deleghe per operare. Diversi, diversissimi, sono invece i due uomini in panchina e le loro filosofie. Calmo, pacato, misurato e concreto Stefano Pioli. Fumantino, agitato e più portato allo scontro dialettico Conte. E agli opposti sembra essere anche la loro filosofia di gioco.

Il Milan capolista ha deciso di puntare sui giovani per avviare un progetto sul medio-lungo termine. Nell'ultima partita contro il Sassuolo, complice anche l'assenza di Ibrahimovic, unica vera eccezione, l'età media della squadra era inferiore ai 23 anni. Il che ha portato a investimenti mirati. Ma la squadra sbarazzina, ha portato anche a un gioco prevalentemente votato all'attacco. Magari un po' confusionario alle volte, senza l'anziano fenomeno svedese a dirigere le operazioni, ma comunque sempre efficace e concreto. I ragazzi in campo danno l'idea di divertirsi e quando vengono responsabilizzati, vedi Leao a Reggio Emilia, rispondono presente. Tanto che il Milan ha segnato almeno due gol per ben 14 partite consecutive, un record assoluto nella storia della serie A. Un calcio europeo, si potrebbe dire.

Filosofia diversa ma, almeno in tema realizzativa, ancora più efficace per l'Inter che guida questa speciale classifica con 32 reti nelle prime 13 partite. Tre in più proprio dei cugini rossoneri. Conte ha faticato più di Pioli ha trovare la sua quadra ma ora, dopo l'amarezza di coppa, il tecnico sembra riuscito nel suo intento. Pochi fronzoli, un 3-5-2 solido in cui il trequartista è stato abolito. Ognuno al suo posto con ordine e disciplina. Meno offensivo rispetto ad inizio stagione ma più efficace. Attendere l'avversario e poi, alla fine, un golletto in qualche modo arriva grazie alle individualità di cui dispone. Un gioco più all'italiana, sembrerebbe, al punto che l'Europa ha bocciato in toto i nerazzurri. Anche in questo caso l'unità del gruppo attorno al suo condottiero è importante. Anche se i metodi contiani sembrano più quelli del sergente di ferro che detta la linea e pretende che la si rispetti. Altrimenti si finisce fuori. A prescindere dal nome, dal curriculum e dallo stipendio. Vedi Eriksen.

Fatto sta che la Milano del pallone vive un testa a testa che rende scintillante un Natale così strano e brutto per colpa di questo bastardo d'un virus. Le luci sono opache, la città è tristemente vuota come le tribune e le curve degli stadi. Ma, almeno nel calcio, «Milan l'è un gran Milan».

E non è poco.

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