MilanelloTutto in 19 giorni. Il Milan si gioca tutto o quasi in meno di tre settimane. Perché tra stasera, appuntamento di campionato col Parma (battendo il quale può trascorrere un paio di notti al terzo posto), e martedì 5 marzo, notte del ritorno degli ottavi di Champions col Barcellona, sono attesi una sentenza europea e un indizio molto preciso per il campionato. Già perché in sequenza, dietro la sagoma del Parma del noto Roberto Donadoni, è possibile cogliere l'armata catalana e poi in sequenza il derby e la sfida domestica con la Lazio, fondamentali per la scalata al terzo posto. Tutto in 19 giorni, allora. Anche se la prospettiva da giudizio universale non convince Adriano Galliani che ricorda sempre la forza del calcio, capace di cambiare la vita dei protagonisti in poche ore, figurarsi in pochi giorni. «Se il Milan avesse vinto le prime due partite del campionato con Samp e Atalanta, a quest'ora dove sarebbe?» interroga in modo retorico per smantellare la costruzione giornalistica. Forse per questo Allegri, uomo pratico, avvisa i suoi naviganti, che sono inesperti e possono magari farsi abbagliare dalle luci di Champions, sul rischio di concentrare le migliori energie nervose sulla prossima sfida di Champions. «È più importante battere il Parma» ricorda il tecnico, provato sinceramente dall'arresto di Cellino, e «incuriosito» dal comportamento dei suoi al cospetto «della squadra più forte al mondo», quasi ne gustasse in anticipo la voglia collettiva di stupire. Le premesse, per andare incontro a questi 19 giorni da brividi, non sono delle migliori. Perché alla lista degli indisponibili vengono iscritti Robinho, candidato a sostituire El Shaarawy (infiammazione al tendine), oltre che Amelia, Antonini e Bonera. E così d'improvviso il parco attaccanti si restringe in modo significativo: tre schierati subito (Niang, Balotelli, Bojan), più Pazzini a disposizione in panchina e non ancora ristabilito.
Dunque tutto il peso di questo anticipo col Parma ritorna sulle spalle di Mario Balotelli, 3 gol in 2 partite e molte chiacchiere sul suo conto. Per una sera resta senza il suo gemello di cresta, El Shaarawy, mentre continua a divertirsi, in allenamento, e a scherzare con Niang, segno di una intesa che non è soltanto calcistica o anagrafica. «Mario è un ragazzo furbo, che capisce al volo. Ma deve diventare ancora più furbo nella gestione della vita privata, gli ho consigliato di non dare adito a situazioni spiacevoli» è l'intervento di Allegri in qualità di precettore dell'ultimo acquisto di casa Milan. «È arrivato qui con l'intenzione di dimostrare continuità, è puntuale, si ferma dopo ogni allenamento a fare lavori supplementari, ha un ruolo da protagonista e ha la voglia di diventare un calciatore di livello mondiale, io lo tratto come uno normale» sono gli altri giudizi con cui Allegri accompagna Mario per mano alla sfida con il Parma. Certo non dipende tutto solo ed esclusivamente da SuperMario.
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