Balotelli sì, Balotelli no, inevitabile il sondaggio azzurro. Ci risiamo, il destino pallonaro di Mario è legato ad una discussione perenne, ancorché sfinente. Quando non c'è, e per quattro anni è stato lontano da Coverciano, viene evocato in qualsiasi intervista; quando invece Mancini lo recupera, lui grazie anche ad una prestazione nettamente insufficiente come quella con la Polonia, a tratti irritante, riapre la discussione, scatenando chi vuole cacciarlo.
La sensazione è che siamo arrivati all'ultima chance, anche se Mancini parla solo di un ritardo di condizione. Perché dopo questa campanella, Balotelli rischia di chiudere per sempre con la Nazionale. Il vento dell'anti-Balotellismo monta come la panna, in antitesi alla certosina pazienza del Ct azzurro. La verità è che gli anni passano, lo aspettano sempre, sperando che non si trasformi in un novello Godot Per questo abbiamo interpellato 5 ex grandi centravanti azzurri, di cui 4 campioni del Mondo: Paolo Rossi, Alessandro Altobelli, Luca Toni, Alberto Gilardino e Bruno Giordano. E i giudizi non sono stati teneri.
Pablito è d'accordo con la tesi della campanella che suona: «Non possiamo più aspettare - ci racconta il re del Mundial '82 -: potremmo farlo se parlassimo di un centravanti di 20 anni, ma non di un giocatore che sta planando verso i 30. Mancini gli ha dato un'altra possibilità, ma purtroppo fino ad oggi Balotelli non ci ha convinti. Mario deve dare tanto di più e subito perché la Nazionale richiede questo tipo di impegno e di risultato. Capisco Mancini, non è giusto giudicare a priori, ma adesso basta: credo che la prossima sia veramente l'ultima possibilità».
Concetto praticamente identico per un altro dei bomber della finale di Spagna '82, Spillo Altobelli: «Dico Balotelli sì, ma ora o mai più. È l'ultima chiamata perché deve dimostrarci se vale oppure no anche perché non ha 18 anni Big Ben ha detto stop, Mario è l'ultimo giro».
Luca Toni, vincitore del Mondiale 2006 e sempre nello stesso anno Scarpa d'oro con la maglia della Fiorentina, è molto concreto: «Mancini deve decidere in base a chi fa gol perché bisogna capire che in Nazionale il centravanti ha una bella responsabilità. Quindi al di là di tutto, il Ct per me deve basarsi su questo criterio. Morale: se Mancini punta su Balotelli per un lungo periodo allora fa bene a concedergli ulteriore fiducia, in caso contrario sarà bene che giochi chi è più in forma».
Bruno Giordano, azzurro tra il '78 e l'85, è molto duro: «Non lo dico da ora, sarebbe troppo facile, ma lo ripeto da 8 anni: Balotelli è un giocatore normale che il circuito mediatico ha voluto far diventare forte a tutti i costi, mentre dal punto di vista tecnico e tattico non lo è proprio. Il problema è che lui toglie il posto a centravanti come Immobile e Belotti che meritano molto di più perché sono più bravi».
Infine un altro campione iridato del 2006, Alberto Gilardino: «Intanto diciamo che Immobile, Belotti e Balotelli sono in Nazionale perché hanno fatto gol, i primi due in
Italia e Mario in Francia, dunque tocca a loro giocarsi il posto. In Nazionale si deve applicare una regola di meritocrazia e questa si stabilisce con i gol. Chi segna deve guidare l'attacco». Insomma, Balotelli più no che sì
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